Terremoto Marche, ecco l’ospedale delle opere d’arte ferite

Oggi Franceschini in visita a Camerino, Osimo e Ancona. Nei depositi della Mole ci sono 617 capolavori

Il recupero di una pala da Visso, nel Maceratese

Il recupero di una pala da Visso, nel Maceratese

Ancona, 14 febbraio 2017 – Sono 617 le opere lesionate dal terremoto e ‘ricoverate’ nella Mole Vinvitelliana di Ancona. E oggi riceveranno la visita di Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali, che parte il suo giro nelle zone colpite dal sisma nella rossa di Camerino (ove arriva alle 12,30), per poi toccare Osimo, dove 15,30 inaugurerà la mostra ‘Capolavori Sibillini. L’arte dei luoghi feriti dal sisma’ a Palazzo Campana. Ultima tappa ad Ancona, proprio per visitare il deposito attrezzato che ospita altre opere provenienti dalle zone del terremoto (ore 16,15).

Ed è quindi l’occasione per un primo bilancio per l’Uccr delle Marche e la Soprintendenza alle Belle arti marchigiana. Dal 24 agosto 2016 ad oggi, sono state trasportate nel deposito allestito presso la Mole Vanvitelliana 617 opere danneggiate dal sisma (composte da più di 850 parti o frammenti): dipinti, arredi sacri, reperti archeologici, apparati liturgici (guarda il video del deposito). I beni sono stati recuperati dalle macerie e dagli spazi divenuti inagibili in tutto il territorio regionale (chiese, conventi, musei civici e altri spazi espositivi) dalle squadre dei tecnici del Mibact, dei carabinieri (nucleo tutela patrimonio artistico di Ancona) e dei vigili del fuoco.

Ogni opera è stata censita e registrata in un database dedicato che raccoglie le informazioni relative a ogni singolo bene (provenienza, dati descrittivi, stato di conservazione, collocazione, immagini allegate). I recuperi sono stati effettuati in trenta siti, in quindici comuni delle province di Macerata e di Ascoli Piceno. Per poter intervenire sui beni maggiormente danneggiati, che necessitano di una prima azione di consolidamento, all’interno del deposito è in via di allestimento anche un laboratorio di pronto-intervento e messa in sicurezza. Sono all’opera i restauratori dell’Istituto superiore per la Conservazione ed il Restauro.

La superficie complessiva dei locali adibiti a deposito per i beni culturali è di 490 metri quadri. Le scaffalature si sviluppano lungo 450 metri lineari di ripiani, che creano un totale di 325 metri quadri di superficie di appoggio. I box, realizzati per contenere le opere di maggiori dimensioni, formano 180 metri di pareti e 112 metri quadri di appoggio a terra protetto. I locali sono particolarmente idonei per la conservazione delle opere: l’umidità relativa misurata nel periodo 19 dicembre 10 febbraio ha infatti una media del 54% e la temperatura ha una media di 14° C, il tutto a fronte di condizioni climatiche esterne estremamente critiche: 75% UR e 5° C.