Terremoto, all'ospedale Torrette scatta il piano d'emergenza

Richiamati medici e infermieri dell’ospedale: la precedenza ai superstiti della tragedia SPECIALE: FOTO E VIDEO - CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Terremtoo, l'arrivo dei feriti all'ospedale Torrette (Foto Antic)

Terremtoo, l'arrivo dei feriti all'ospedale Torrette (Foto Antic)

Ancona, 25 agosto 2016 - ESTRATTI vivi dalle macerie delle case crollate e trasferiti all’ospedale di Torrette. Ha funzionato il piano di emergenza per accogliere i feriti più gravi in arrivo dalle zone terremotate. L’azienda ospedaliera, sin dalla prima mattinata, ha attivato il Peimaf - Piano Emergenza Interno Massiccio Afflusso Feriti - allestendo la sala d’attesa del pronto soccorso per l’arrivo di una mole elevata di feriti, ma soprattutto ha limitato l’arrivo di pazienti con codici bassi e potenziato la presenza di personale in servizio. Medici ed infermieri sono stati divisi per le rispettive qualifiche e competenze, riconoscibili con delle pettorine speciali, attivi nella sala emergenza del reparto. Per tutta la mattinata sono stati a disposizione dei casi in arrivo dai territori di Arquata del Tronto, Accumoli e Amatrice.

Dieci quelli giunti a bordo dei due elicotteri del 118, ‘Icaro 01’ e ‘Icaro 02’, attivi senza sosta per trasportare i feriti verso l’ospedale regionale. Un pezzo del Dea, il Dipartimento di Emergenza e Accettazione dell’ospedale anconetano, tuttavia, è stato attivo e decisivo sul posto, ad Arquata del Tronto. Medici ed infermieri di 118, pronto soccorso e rianimazione, e operatori tecnici, hanno dato vita al Pma, altra sigla importante, ossia Posto medico Avanzato. Il personale ha selezionato i feriti estratti dalle macerie, la gravità dei loro casi clinici, non prima delle cure delle cure primarie, da inviare poi nei vari ospedali del centro Italia.

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Ancona ha richiamato i casi più seri, essendo l’unico ospedale Dea di II livello delle Marche. Alla fine i pazienti trasportati ad Ancona sono stati dieci, dalle 7,30 alle 18. I primi due, padre e figlio, forse i casi più gravi, 23 e 63 anni; quest’ultimo ha subìto un grave trauma polmonare da schiacciamento ed è stato ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione; meno grave il figlio. 

Nell'ospedale anconetano, sono via via arrivati i familiari più stretti dei feriti, visibilmente scossi e preoccupati per le sorti dei loro cari, molti con lutti da digerire. La risposta del personale sanitario del pronto soccorso è stata puntuale e oltre alle cure primarie, è risultata fondamentale anche l’assistenza ai familiari.

Tanti i medici richiamati in servizio da ferie e riposi, in pochi non hanno potuto riprendere servizio per situazioni contingenti, ma nel complesso la risposta è stata positiva. Come accennato in precedenza, l’afflusso di feriti dalle zone colpite dal sisma ha fatto sì che molti pazienti arrivati in ospedale siano stati inviati presso altre strutture, a meno di attese lunghissime.

«Le prestazioni programmate e non eseguite, inoltre, a causa dell’attivazione del Peimaf, saranno recuperate non appena superato il periodo di emergenza – ha fatto sapere la direzione generale –. A fronte di una situazione in continua evoluzione, alcune attività differibili, interventi operatori, ricoveri medici e prestazioni diagnostiche e ambulatoriali, subiranno blocchi e rallentamenti. Questo per dare priorità alle situazioni critiche e alle procedure salvavita richieste dalle condizioni di emergenza».