Valeria Moriconi e Gaspare Spontini, i grandi dimenticati

La cugina dell'attrice denuncia lo stato di abbandono della casa. Stessa situazione a Maiolati, terra del grande compositore

Valeria Moriconi (LaPresse)

Valeria Moriconi (LaPresse)

Ancona, 17 gennaio 2017 - Ancona e la sua provincia dimenticano i figli più illustri: abbandonati e rifugio per sbandati la casa e il giardino di Valeria Moriconi in pieno centro a Jesi, mentre rischia di crollare la casa natale del compositore Gaspare Spontini a Maiolati.

«Ci siamo offerti di tenere noi aperto, gratis, il museo dedicato a Valeria e oggi chiuso in una stanza dimenticato, assieme a tutti i suoi cimeli e ricordi. Ma non abbiamo avuto risposte dal Comune. Siamo intenzionati a portarli via se non saranno esposti». A parlare è Adriana Olivieri cugina di Valeria Moriconi, accanto al marito Aldo Angelucci. Nella loro casa di Jesi tutto parla di Valeria Moriconi, grande attrice jesina di cinema e teatro diretta da registi italiani e stranieri come Visconti, Castri, Besson, Marcucci, Ronconi, Scaparro e il marito Franco Enriquez.

Più che arrabbiati i cugini sono amareggiati e delusi di quanto l’attrice jesina sia oramai dimenticata in città. Un museo nel complesso San Floriano in piazza Federico II, accanto al teatro a lei dedicato, era stato costruito e inaugurato dieci anni fa, a un anno dalla scomparsa di Valeria. Restano la targa, una porta chiusa e fuori, in una stanza nascosta gli abiti di scena e i libri di Valeria. Molto è stato smantellato e accantonato. Poi c’è la sua «storica» casa di via Mura Orientali 28. Circa 800 metri quadrati di casa più il giardino che Valeria adorava oggi divenuto ricettacolo di degrado abbandono e anche rifugio per sbandati. Ora è del proprietario dell’ex cinema Politeama-Astra, anch’esso in pieno abbandono, un «mostro» nel cuore del centro storico.

Più volte i residenti così come i cugini e il nipote di Valeria che qui vive hanno allertato le forze dell’ordine e l’Asur per le difficili condizioni igienico sanitarie. Il giardino che Valeria adorava. Da qui guardava i campi e le colline. «C’è un giardino che mi racconta ricordi con ogni albero e ogni fiore» diceva la bella attrice jesina. Vi piantò anche delle palme, «che solo i posteri vedranno», diceva. Eppure una è morta, le altre oggi sembrano prigioniere. Quel giardino è l’unica cosa ‘viva’ che rimane di lei eppure a pochi sembra importare. Oggi di vivo ci sono serpi, topi e la stessa casa di Valeria è stata ‘violata’: vetri in frantumi forse per cercare di rubare qualcosa. «Abbiamo più volte sollecitato il proprietario – aggiunge Andrea Angelucci -, invano. Abbiamo inviato foto all’Asur chiesto l‘intervento dei vigili ma nulla si è mosso. Se solo Valeria che qui è nata e vissuta fino all’ultimo giorno vedesse questo..»

A pochi chilometri di distanza a Maiolati, giace lì puntellata e silenziosa fuori dal castello, ultima casa verso Occidente la casa natale di Gaspare Spontini. Nei ricordi degli anziani in paese ci sono le visite in quelle stanze ai tempi delle scuole elementari: una giornata diversa in cui scoprire chi era davvero quel musicista che ha dato il nome al Comune, al teatro e che ha fatto il prestigio di questa terra. E a cui ogni fine estate è dedicato, assieme al compositore jesino Giovanni Battista Pergolesi, un Festival. «Casa ove nacque il 14 novembre 1774 Gaspare Spontini – si legge nella targa affissa (ma in parte non più leggibile, ndr) sulla facciata dell’immobile che ha rischiato di crollare – dichiarata monumento nazionale con Regio Decreto il 6 aprile del 1924». A marzo scorso è stata aperta per le giornate Fai, ma ora è pericolante e anche il giardino che la circonda è abbandonato, in attesa di tanto agognati fondi europei. Sara Ferreri