Ancona, la vigilessa sexy sembra una 'squillo'. E i residenti chiamano la polizia

Era impegnata in borghese al Pinocchio in controlli sui passi carrabili

MEMORABILE Vigilesse e poliziotte sexy spopolavano nelle commedie degli anni ‘80. Nella foto Edwige Fenech

MEMORABILE Vigilesse e poliziotte sexy spopolavano nelle commedie degli anni ‘80. Nella foto Edwige Fenech

Ancona, 10 settembre 2017 - Non si può  certo dire che il concetto di sicurezza partecipata sia carente tra i cittadini di Ancona. È bastato che una vigilessa del comando della municipale dorica, in servizio borghese, scegliesse un abbigliamento un po’ più discinto del solito per scatenare i sospetti della popolazione del rione Pinocchio.

In realtà quella vigilessa non stava cercando clienti, anzi, stava cercando di fare il suo lavoro, a caccia dei furbetti della sosta, nello specifico delle truffe e delle irregolarità dei passi carrabili. Un problema serio ad Ancona, dove ogni giorno si scoprono persone che falsificano permessi, ne usufruiscono senza avere i titoli, oppure semplicemente non li rinnovano. La polizia municipale di Ancona se ne occupa da sempre, dedicando squadre e servizi specifici quasi ogni giorno.

Quella donna, giovane e avvenente, vestita in maniera considerata provocante, invece, non poteva essere altro che una prostituta, a caccia di clienti in pieno giorno. Come cantava Fabrizio de Andrè in Bocca di rosa, ‘dall’alto sfreccia e vola veloce di bocca in bocca’, così i residenti di alcuni condomini del Pinocchio non potendo accettare un sopruso del genere, hanno pensato bene di chiamare il 113, denunciando che nella loro via, tranquilla, fatta di gente ‘per bene’, non si poteva accettare il dilagare del sesso a pagamento. Senza neppure avere una minima certezza di cosa stesse accadendo, senza accertarsi su cosa stesse facendo lì quella donna, assieme ad un collega, sempre della polizia municipale di Ancona, gli zelanti cittadini hanno voluto andare a fondo.

In una città, seppur capoluogo di regione, dove il tasso di criminalità e il tenore dei reati sono molto limitati, la gente non ha paura di rivolgersi alle forze dell’ordine e mettere in pratica l’annoso concetto della sicurezza partecipata. Così è accaduto una settimana fa quando, sul posto del sopralluogo, è arrivata una pattuglia della polizia. Il tempo di chiedere i documenti e spiegare il malinteso e la faccenda si è chiusa lì, tanto che non c’è stato bisogno di un ulteriore strascico.

Eppure la notizia è arrivata al comandante del corpo che ha voluto vederci chiaro. In fondo si trattava soltanto della scelta di un agente di vestirsi come meglio credeva, vigendo ancora in Italia questo tipo di libertà. Questione di punti di vista, sulla necessità da parte della giovane di scegliere un abbigliamento più morigerato, specie se impegnata in un servizio in borghese, evitando di attirare attenzioni.