Ancona, 8 giugno 2011 - NELLA QUARTA tappa di questo nostro viaggio tra le galassie artistiche giovanili marchigiane, esplorando il pianeta delle arti visive, abbiamo nominato due artisti anconetani “in esilio” a Londra e abbiamo ricordato che il più giovane, il ventisettenne scultore Elia Cantori, ha seguito le orme del maggiore, l’artista Enrico David, classe 1966, trasferendosi nella capitale britannica per coltivare la propria passione.
Ecco, oggi abbandoneremo l’orbita degli under 35 per consacrare la puntata odierna proprio a Enrico David, perché il 31 maggio è stata inaugurata a Venezia, in contemporanea alla Biennale, una sua importante mostra, curata da Milovan Farronato e organizzata dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, con il sostegno di Vhernier, Werner Gallery e Fiorucci Art Trust.
 

La mostra, visitabile fino al 25 settembre a Palazzetto Tito, vicino a Campo San Barnaba, si intitola “Repertorio ornamentale” ed è la prima personale italiana di Enrico David, un artista che, a dispetto dell’indifferenza dei suoi concittadini, sta ottenendo grandi riconoscimenti a livello internazionale. Ospite alla Biennale di Venezia nel 2003, presente con una personale all’ICA di Londra nel 2007, nel 2009 David è stato tra i quattro finalisti di uno dei più autorevoli premi a livello planetario, il Turner Prize, organizzato dalla Tate Modern Gallery.
 

“Repertorio ornamentale” nasce dal lavoro svolto durante la sua residenza del 2010 al Stiftung Laurenz Haus di Basilea e ruota attorno al concetto di Heimat (“casa”, “piccola patria” o “luogo natio”), su cui ha molto riflettuto, tra gli altri, il filosofo Martin Heidegger. E proprio come gran parte della ricerca heideggeriana, i lavori di David (disegni, dipinti, sculture, collage) documentano un cammino alla ricerca del linguaggio.

Un linguaggio irraggiungibile, però, come testimoniano le grandi bocche su cui sono puntate frecce pronte per essere scagliate o da cui fuoriescono oggetti indefinibili, come a ricordarci che bisogna staccare i nomi dalle cose per vederle.


Linee dell’angoscia, leggere, che disegnano teste posate su più pesanti volumi, o busti appesi. Inviti a fermarsi e riflettere sul valore della parola nella società della comunicazione.


Senza aspettare la sua morte, limitandosi a patetici omaggi postumi, come nel caso di Gino De Dominicis, una città che voglia smentire la “dissociazione” diagnosticatale da Vittorio Sgarbi dovrebbe dedicare tutta l’attenzione che merita a questo suo illustre compaesano, iniziando con un bel viaggio a Venezia per visitare la mostra.
Chiudiamo questa puntata segnalando un’occasione di valorizzare per i nuovi talenti artistici del territorio e non solo: la terza edizione del Premio d’arte internazionale “Aperitivo Illustrato” 2011, organizzato dall’Associazione Hansel & Greta e L’Aperitivo Illustrato Magazine, con la partnership del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, il Patrocinio di Comune di Pesaro, Provincia di Pesaro e Urbino, Regione Marche, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e Istituto Europeo di Design. Dedicato al tema “Segno | Principio e Modello”, il concorso prevede premi in denaro per i primi tre classificati. Info: www.premiodarteaperitivoillustrato.com. Scriveteci a cronaca.ancona@ilcarlino.net e valeriocuccaroni@yahoo.fr .