Ancona, 8 luglio 2011 - Un sogno che si realizza. Non può che essere definita così la riapertura dell’Anfiteatro Romano di Ancona alla sua funzione originaria: ospitare spettacoli e rappresentazioni teatrali. Ieri pomeriggio i ragazzi del Centro Teatrale Rinaldini sono stati i protagonisti di un evento a suo modo storico.

Il prezioso sito archeologico dorico, quasi nascosto dal resto della città e inaccessibile a tutti, salvo qualche sporadica occasione, è stato finalmente restituito agli anconetani in modo ufficiale, e soprattutto definitivo. Il palcoscenico su cui ieri sono saliti i giovani studenti attori continuerà ad essere calcato non solo negli altri tre spettacoli di questo primo cartellone estivo (tra l’altro inserito nel progetto regionale Tau - Teatri Antichi Uniti), ma anche in futuro.

Un futuro non lontano: due eventi del prossimo Festival Adriatico Mediterraneo si terranno qui. La strada segnata è questa: teatro antico, ma non solo. Anche concerti. Ieri l’emozione per le centinaia di persone giunte all’anfiteatro è iniziata con il passaggio sotto l’arco Bonarelli, il ‘tunnel’ poco oltre piazza del Senato che da sempre gli anconetani sono abituati ad osservare da lontano. E’ l’ingresso all’anfiteatro, dove si sbuca dopo essere saliti su una scalinata di metallo. Ancora un dislivello, ed ecco il palco, i circa 750 posti a sedere, e soprattutto il fascino di un luogo unico, celebrato anche dai versi del sommo Franco Scataglini.

“Un anno fa questa giornata sembrava un sogno”, dice il sindaco Gramillano, che chiede un applauso per Adriana Stecconi, colei che più di ogni altro si è battuta perché il sogno diventasse realtà. L’altro grazie più sentito il sindaco lo rivolge all’assessore Andrea Nobili, tra i principali artefici della ‘rinascita’ dell’anfiteatro, il quale parla di ‘un bel dono alla città’ e di “primo passo del progetto complessivo di recupero del centro storico monumentale”.

In tanti hanno contribuito all’evento: la Soprintendenza per i beni archeologici, la Regione, la Provincia, la Fondazione Cariverona. Senza dimenticare l’Amat, il cui direttore Gilberto Santini si fa interprete del pensiero di tutti parlando di ‘grande emozione’, di ‘luogo magico, unico’ e di uno spazio “rivificato, recuperato”. Insomma, bentornato anfiteatro.