Ancona, 20 ottobre 2011 -  SincronizzandocI con gli argomenti trattati nelle ultime due puntate della rubrica (Residenze per artisti e Arte che si apre alla scienza), oggi penetriamo nel mondo dell’artista Eva Frapiccini. Recanatese, classe 1978, l’autrice è stata selezionata dalla Nac Foundation di Rotterdam come artista residente da febbraio a giugno scorso (www.stichting-nac.nl) ed è attualmente in mostra a Torino con un’installazione intitolata “Museo Caneira | la fisica del possibile” (Galleria Alberto Peola Arte Contemporanea, fino al 12 novembre; www.evafrapiccini.com; www.albertopeola.com ). Laureata in Storia dell’Arte al Dams di Bologna, nel 2003 vince una borsa di studio che le permette di trasferirsi a Torino per frequentare l’Istituto Europeo di Design, indirizzo Fotografia, al termine del quale svolge uno stage presso l’ agenzia France Presse come fotografa al Parlamento Europeo di Strasburgo. Tra i tanti progetti fotografici realizzati, dal 2005 al 2007 porta a termine Muri di Piombo, sui luoghi del terrorismo di sinistra (Muri di Piombo, Skira, 2008), e nel 2006-2007 fa la spola tra le Marche e la Bosnia per realizzare un progetto con l’Associazione Donne Vittime della Guerra, vittime di stupro, prima, e poi testimoni chiave del Tribunale dell’Aia. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni museali in Italia e hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui Special Italia Prize, Fondazione Fotografia Modena (2010).


Eva, lei è uno dei tanti talenti artistici marchigiani costretti a vivere fuori dalla nostra regione perché qui non trovano i mezzi finanziari e le strutture per lavorare. Cosa si potrebbe fare per invertire la tendenza?
"Nelle Marche servirebbe una politica di promozione che viaggi su due binari, come avviene in Piemonte, la regione italiana più avanzata nelle politiche pubbliche di sostegno all’arte contemporanea, sebbene anch’essa colpita dalla crisi. Da una parte, si deve sostenere e promuovere la produzione interna, ovvero gli artisti di origine marchigiana, dall’altra, è necessario ospitare artisti nazionali e internazionali che come tali hanno differenti approcci, e fungono da stimolo agli autori del luogo. Si dovrebbero inoltre avviare e sostenere progetti di Residenza per artisti locali per misurarsi e farsi conoscere in realtà internazionali".


Ci racconti la sua esperienza in Olanda.
"Avevo già realizzato mostre all’estero, ma vivendo a Rotterdam ho scoperto il funzionamento di uno dei sistemi dell’arte europei, distanti anni luce non solo dalle Marche ma dall’Italia tutta. In Olanda c’è una partita iva apposita per gli artisti ed esiste un’agenzia che promuove e sostiene gli artisti sia a livello cittadino che nazionale, crea il contatto con le più importanti residenze per artisti del mondo (a Londra, Berlino, Stoccolma, Il Cairo, New York) e mette a disposizione ogni tre mesi borse di studio fino a 10mila euro. Per la residenza alla Nac ho proposto un progetto sull’aspetto multiculturale di Rotterdam, ricevendo in cambio un appartamento e l’uso di uno studio con vetrina sulla strada dove ho potuto realizzare un workshop e una performance. Anche la Francia, la Germania, il Belgio, così come la Slovenia, hanno creato un sistema meritocratico di sostegno, in Italia assente".


Il suo ultimo lavoro, in mostra a Torino, è dedicato al fisico Aleksander Prus Caneira. Com’è nata questa idea?
"Si tratta della mia prima esposizione in una galleria privata: Alberto Peola mi ha proposto di realizzare una personale in galleria, uno spazio bianco, neutro. Grazie al confronto con la curatrice, Elisa Tosoni, italiana emigrata a Stoccolma, ho capito che mi interessava lavorare sul concetto di inconscio collettivo, espresso da Jung, sulla memoria onirica e la tradizione delle fiabe, quelli che chiamo “archivi di immaginari”. Così sono entrata in contatto con la storia di Aleksander Prus Caneira, fisico scomparso nel 1991 a Torino in circostanze misteriose, che ha lavorato per tutta la vita sui tunnel spazio-temporali, sulla relazione tra i passaggi verso mondi paralleli e l’inconscio junghiano dei sogni".
Buona visione, dunque, e alla prossima puntata.