Venerdì 26 Aprile 2024

"Il bimbo è l’unica cosa che mi resta". Il dolore e il delirio: era tutto su Facebook

Sul profilo del papà omicida anche l’inno alle armi e al fascismo

La tragedia di Numana

La tragedia di Numana

Numana (Ancona), 10 dicembre 2014 - Un amore smodato per il figlio, una separazione dalla moglie che non voleva accettare e poi il delirio di passione per il fascismo e per le armi, era già tutto manifesto sul suo profilo Facebook, nei giorni precedenti alla strage. E’ stato trascinato nella spirale del delirio che l’ha portato a sterminare la sua famiglia, le persone che più amava e anche se stesso, quasi a volerle portare con sé, tenersele accanto per sempre in un’altra dimensione, se non poteva farlo in vita.

Daniele Antognoni però quel suo malessere l’aveva già fatto trapelare in qualche modo agli amici più stretti. Soltanto alcune parole mozzate all’inizio e poi frasi via via sempre più sconcertanti.

«Il bambino è l’unica cosa che mi è rimasta. I figli sono la sola cosa che conta, il resto è solo qualcosa che non sai se rimarrà o no. Loro invece resteranno per sempre». Testuali le parole di Daniele, scritte su Facebook il 24 novembre scorso. Frasi malinconiche intervallate da picchi deliranti, post ‘condivisi’ quasi per auto commiserazione. Fino a quello, molto più allarmante che recita addirittura: «Non per vantarmi, ma anche oggi non ho ucciso nessuno».

Affermazioni che trovano spazio vicino all’immagine del busto del Duce, a statue e simboli del periodo fascista, esaltati come nuova rinascita e inni alla violenza anche nei confronti delle nuove ondate di immigrati e poi tante immagini di armi. Ce n’è anche una in cui imbraccia con fierezza un grosso fucile.

Il tutto incomprensibilmente accanto alle foto della sua famiglia. Foto del piccolo Christian, ritratto in pose buffe dai primi mesi di vita fino a quelle più recenti. Lui ovunque, nei costumi di Carnevale in braccio al papà che prima l’ha messo al mondo e poi con le sue stesse mani gli ha tolto la vita.

Tornando indietro nel tempo, sempre sulla stessa bacheca Facebook, il suo atteggiamento sembra diverso, parlando almeno del rapporto con la moglie. Il primo gennaio scorso infatti Antognoni scriveva sotto la foto della sua bella Paula: «Io il regalo più bello ce l’ho da otto anni e mezzo, anche perché mi ha regalato mio figlio, la cosa più importante della mia vita, con rispetto per gli altri».

Alla fine di quest’estate però è arrivata la crisi dopo quasi nove anni insieme. Vivevano divisi ormai, lui era tornato dalla madre nella vicina via Litoranea al civico 133, lei con il bimbo invece viveva lì in via Urbino, quella dolce casa in cui tutti e tre hanno trovato la morte.