Delitto via Crivelli, il nuovo perito: "Non ho paura delle minacce"

Lo psichiatra Vittorio Melega sostituisce Ariatti: il 22 aprile incontrerà Antonio Tagliata in carcere

Delitto di Ancona, Antonio Tagliata entra in tribunale

Delitto di Ancona, Antonio Tagliata entra in tribunale

Ancona, 14 aprile 2016 - «Se ho accettato l’incarico è perché non ho paura. Sono cose che devono essere fatte. Spero proprio che dopo il clamore che c’è stato a seguito delle minacce ricevute dal collega Renato Ariatti, sia finita lì. In ogni caso nella vita, oggi, è tutto pericoloso». Vittorio Melega, lo psichiatra bolognese a cui è stato affidato l’incarico di condurre una perizia su Antonio Tagliata, il pluriomicida 19enne di via Crivelli (FOTO), commenta con queste parole il ruolo affidatogli dal Gip Antonella Marrone dopo che, il 21 marzo scorso, Ariatti aveva ricevuto un plico dalla Sicilia contenente un proiettile e un biglietto con pesanti minacce di morte dirette a lui e alla propria famiglia. 

«Venerdì 22 aprile, insieme allo psichiatra Gabriele Borsetti – ha proseguito Melega –, mi recherò in carcere a Torino per incontrare Tagliata. La prima cosa di cui mi occuperò sarà un’indagine clinica, dunque: vedere, parlare e capire chi è questo ragazzo per fare un’ipotesi di ricerca più mirata». Il ragazzo, reo confesso dell’omicidio dei coniugi Roberta Pierini e Fabio Giacconi, genitori dell’ex fidanzata 16enne reclusa per concorso in omicidio nel carcere di Napoli, al momento si trova in una condizione di salute stabilizzata come sarebbe stato confermato dallo stesso Dap, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del capoluogo piemontese. Tagliata, ha fatto poi sapere l’avvocato Luca Bartolini, potrebbe quindi essere trasferito prossimamente in un carcere più vicino, probabilmente in quello di appartenenza nella zona dell’ascolano, ma non Marino del Tronto.

Le condizioni psicofisiche del 19enne si sarebbero quindi stabilizzate dopo i gesti di autolesionismo compiuti nei carceri di Camerino e quindi di Marino del Tronto. Compito di Melega sarà dunque quello di valutare l’eventuale pericolosità sociale di Antonio le cui condizioni di salute, secondo il legale del ragazzo, sarebbero incompatibili con il carcere, tanto che la difesa chiede ancora il trasferimento in una struttura esterna per poterlo curare in maniera adeguata.  Un braccio di ferro tra ‘compatibilità’ e ‘incompatibilità’ con il regime carcerario che hanno reso il clima attorno all’inchiesta, ora condotta dal pm Paolo Gubinelli, decisamente calda. 

Anche il pm Andrea Laurino, che aveva seguito le prime fasi delle indagini, aveva subito delle minacce indirette telefoniche, scoperte grazie alle intercettazioni. Di ciò, la procura de L’Aquila ha emesso un provvedimento di non avvicinamento al pm nei confronti del padre di Antonio, Carlo Tagliata, che a tal proposito aveva respinto ogni addebito.