Giovedì 18 Aprile 2024

Derubato il figlio di Domenico Ricci: era caposcorta di Aldo Moro

Vallesina, furto al cimitero. Giovanni era andato a posare dei fiori sulla tomba del padre caduto nell’agguato di via Fani

Fiori su una tomba (foto di archivio)

Fiori su una tomba (foto di archivio)

Vallesina (Ancona), 27 novembre 2014 - Ancora furti in Vallesina, derubato pure il figlio di Domenico Ricci mentre va a portare i fiori sulla tomba del padre morto in via Fani. «Un tonfo, il vetro in frantumi e la borsa di mia moglie scomparsa, proprio davanti al cimitero dove ero andato a trovare mio padre. Mai accaduto in 36 anni». A parlare è Giovanni Ricci figlio di Domenico, il carabiniere caposcorta di Aldo Moro, originario di Staffolo, caduto nell’agguato di via Fani.

Ex funzionario della presidenza del Consiglio, oggi in pensione, alcuni giorni fa Ricci si è recato al cimitero di San Paolo dove si trova la tomba del padre. «Erano le 11,30 circa mi sono recato prima al nuovo ospedale dove c’è mio papà Domenico - racconta - poi ho spostato l’auto (che ha i vetri posteriori oscurati, ndr) nel vecchio cimitero dove ci sono i miei nonni.

Il tempo di scendere ed entrare al camposanto, appena 15 secondi e abbiamo sentito un tonfo, ma pensavamo fosse caduto qualcosa. Dopo appena 5 minuti siamo tornati alla macchina e visto che il vetro posteriore sinistro era sfondato. Probabilmente avevano seguito i nostri movimenti». La borsa con 400 euro più documenti e chiavi di casa a Roma erano spariti.

«Eravamo disperati – aggiunge - poi fortuna ha voluto che un mio amico che abita in una casa in campagna a San Paolo ha ritrovato per strada, poco distante, la borsa da cui spuntava un documento col mio nome. E così anche grazie alla collaborazione dei carabinieri, me l’ha riportata. Hanno preso persino i centesimi».

«Non pensavo certo potesse accadere un fatto del genere, per di più al camposanto, nelle Marche. Poi ho saputo che in zona hanno rubato auto, oltre a fare razzìa di rame proprio nei cimiteri, anche in quello di Staffolo. Ho saputo di questa ondata di furti e della pericolosità sociale che sta emergendo. La situazione mi sembra grave». Ma i malviventi martedì pomeriggio hanno colpito in via Svezia, accanto a via King a Jesi dove il giorno prima avevano svaligiato due appartamenti. Si sono arrampicati al secondo piano aprendo il finestrone. Magro il bottino: solo due collane di valore. A fare l’amara scoperta il proprietario martedì sera alle 20, al rientro dal lavoro.