Frontale tra due auto, muore in ospedale

Tragedia a Chiaravalle: Giovanni Gino Passalacqua aveva 56 anni

Sul posto il 118

Sul posto il 118

Chiaravalle (Ancona), 11 febbraio 2016 - Frontale sotto il ponte dell’autostrada di Chiaravalle, morto un uomo di 56 anni. Quel tratto di strada, con carreggiata ristretta, torna al centro della cronaca e ieri sera, poco prima delle 22, ha provocato, o quanto meno ha contribuito a innescare il terribile schianto che è costato la vita a un falconarese di 56 anni, Giovanni Gino Passalacqua, operaio di Marche Multiservizi.

Le cause dell’incidente, fermo restando la pericolosità di quel pezzo di strada statale, sono in corso di valutazione da parte delle forze dell’ordine. Passalacqua era al volante di una utilitaria Peugeot che si è scontrata frontalmente contro un’altra utilitaria condotta da un 51enne di Chiaravalle, Nicola Giacobbe, rimasto ferito in maniera non grave: per lui un trauma ad una gamba e qualche contusione, è fuori pericolo.

I primi ad intervenire sulla scena del terribile schianto sono stati due infermieri del pronto soccorso di Torrette che, ironia della sorte, si stavano proprio recando al lavoro per il turno di notte. Con la loro auto sono transitati nella zona un minuto dopo lo schianto. Sono stati loro ad attivare i soccorsi e soprattutto a portare le prime cure sul posto. Purtroppo per Passalacqua è stato fatale il trauma al torace che potrebbe aver provocato un’emorragia interna.

L’uomo è deceduto in pronto soccorso a Torrette, pochi minuti dopo essere stato portato da un’ambulanza con il personale medico del 118. La gravità del trauma non ha consentito ai sanitari di strapparlo alla morte. Gli inquirenti dovranno stabilire cosa abbia provocato lo schianto e gli esami forensi potranno dare acune risposte. Semplice disattenzione, malore alla guida o l’alta velocità. Certo quella strettoia sotto il ponte della A/14 ha sicuramente giocato un ruolo importante, così come accaduto più volte in passato. Incredibile la testimonianza di uno dei due infermieri accorsi: «In quell’incidente potevamo essere coinvolti noi – racconta –; eravamo in ritardo e per un disguido eravamo rimasti bloccati per qualche minuto in più in una ricevitoria alle Piane di Camerata. Il tempo di coprire quel tratto e ci siamo trovati davanti la scena. C’era un uomo che camminava zoppicando, sotto choc. L’ho riportato nell’abitacolo per adagiarlo in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Purtroppo l’istinto dell’incidente lo ha fatto muovere senza controllo, provocando danni e poco dopo, infatti, è morto in ospedale».