Indagata la commissione regionale

La candidata all’Asur di Fano non aveva i requisti previsti: tre dirigenti finiscono nei guai

I controlli della Guardia di Finanza

I controlli della Guardia di Finanza

Ancona, 26 febbraio 2015 - Avrebbero chiuso un occhio sui requisiti di una candidata di ruolo dirigenziale dell’Area Vasta di Fano, senza accertare la veridicità dell’autocertificazione che la dirigente medico aveva prodotto e dell’attestato fornitole da un suo superiore. La donna, nel 2011, è stata quindi nominata al ruolo di vertice pur non essendo idonea.

Per questo sono finiti nei guai tre funzionari regionali, tra i quali Paolo Londrillo, segretario della Giunta regionale. Con lui sono indagati per abuso d’ufficio Stefano La Micela (ora in pensione) e Antonella Nobili, responsabile dell’ufficio legislazione delle Marche.

Agli indagati, tutti rappresentati dall’avvocato Paolo Pauri, è stato recapitato nei giorni scorsi un avviso di chiusura delle indagini siglato dal sostituto procuratore Marco Pucilli, che ha coordinato l’inchiesta portata avanti dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Ancona.

I tre funzionari, nel 2009, componevano la commissione regionale per l’esame delle istanze e la verifica del possesso dei requisiti per l’inserimento di nominativi nell’elenco degli idonei alle nomine di competenza della Giunta regionale: da quell’elenco l’esecutivo marchigiano doveva scegliere il direttore generale dell’Asur, i direttori delle Zone territoriali (Aree vaste) ed i direttori generali delle aziende ospedaliere, figure pagate con indennità di oltre 100mila euro l’anno.

Secondo l’accusa i tre indagati procurarono alla candidata in questione un ingiusto profitto, dichiarandola idonea il 19 ottobre 2009. Nel settembre 2011 la Giunta, proprio sulla base di quella idoneità, la nominò al vertice dell’autorità sanitaria fanesePer poter essere inserita nell’elenco in questione, la candidata, al momento del giudizio di idoneità, doveva aver maturato un’esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende o strutture pubbliche o private in posizione dirigenziale, oltre ad autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane e tecnico finanziarie svolte nei 10 anni precedenti la pubblicazione del bando per l’inserimento nello stesso elenco. Requisiti che l’aspirante direttore non aveva.

Accuse infondate, secondo l’avvocato Pauri, che sta preparando una memoria per i suoi assistiti. «Compito della commissione era quello di valutare i documenti presentati dai candidati – dice – poi era la Giunta regionale che procedeva alla nomina».