"Sono studenti hacker". Bocciati, il Tar li riammette alla Maturità

Otto ragazzi avrebbero modificato presenze e voti

Ancona, bocciati per ritenuti "hacker". Il Tar li riammette alla Maturità (Studio Sally)

Ancona, bocciati per ritenuti "hacker". Il Tar li riammette alla Maturità (Studio Sally)

Ancona, 22 giugno 2016 - Avrebbero violato il sistema informatico della scuola, collegato al server del ministero della Pubblica Istruzione, per modificare presenze e votazioni finali allo scopo di essere ammessi alla maturità. Otto ragazzi dell’istituto superiore «Savoia-Benincasa» di Ancona, devono ringraziare il Tar delle Marche se oggi riusciranno a cimentarsi nella prima prova scritta d’italiano.

Il loro stato d’animo sarà, però, verosimilmente turbato, visto che su di loro sono in corso indagini da parte della polizia postale: gli otto studenti sono infatti accusati di accessi abusivi al sistema informatico e manipolazione dei dati. Proprio per questo motivo il Consiglio d’istituto e la dirigente scolastica, Alessandra Rucci in sede di scrutinio avevano preso una decisione senza precedenti: cinque in condotta a tutti e niente ammissione alla maturità.

Praticamente mezza classe bocciata, fuori dall’esame di Stato per una furbata tecnologica che ha dell’incredibile. I ragazzi sono corsi ai ripari. Si sono rivolti a un un legale, l’avvocato Vincenza Montoneri che, dopo aver raccolto informazioni a sufficienza ha presentato un ricorso d’urgenza al Tar. Il tribunale amministrativo regionale venerdì scorso ha ordinato l’ammissione degli studenti alla maturità con riserva e di fatto ha sospeso quanto stabilito dalle autorità scolastiche.

I docenti, il 6 giugno scorso, avevano deciso di bocciare gli otto studenti che, pochi giorni prima, sarebbero stati sorpresi a falsificare il registro di classe: utilizzando la password di un professore i ragazzi avrebbero cancellato alcune assenze, «allo scopo – si legge in una nota del Consiglio di classe, pubblicata sul sito internet della scuola – di alterare la loro presentazione all’esame di Stato».

L’attività di pirateria, stando agli insegnanti, sarebbe cominciata a novembre e scoperta il 30 maggio. Per questo agli esaminandi era stato assegnato un cinque in condotta, giudizio che implica automaticamente la bocciatura. I quadri erano usciti solo il 13 giugno e le famiglie, ingaggiando una corsa contro il tempo, si erano rivolte all’avvocato.

Il legale ha sostenuto che gli studenti non hanno mai ricevuto una sanzione disciplinare formale, presupposto essenziale in base alle normative prima di esprimere un giudizio di insufficienza nel comportamento. «Le accuse vanno provate» ha sostenuto l’avvocato. Ma se è questo è ciò che attiene il profilo amministrativo della vicenda, c’è forse più da preoccuparsi per il possibile risvolto penale. La polizia postale sta raccogliendo tuttti gli elementi d’indagine per completare un’informativa da consegnare alla Procura di Ancona. Al vaglio ci sono gli accessi abusivi al sistema informatico che è collegato a un server di proprietà del ministero della pubblica istruzione. Un vero e proprio giallo: chi ha potuto violare così facilmente il sistema telematico? Perchè? Da dove?