Delitto di via Crivelli, trovato il cellulare del 18enne

Sarà utile per ricostruire le comunicazioni fra Antonio Tagliata e la fidanzata 16enne prima e dopo l’omicidio. Il ragazzo dal carcere: “Sono entrato in chiesa e ho chiesto perdono“

Il 18enne Antonio Tagliata

Il 18enne Antonio Tagliata

Ancona, 20 novembre 2015 - Era un elemento importante che mancava per le indagini, e ora invece c’è: è stato ritrovato stamani il cellulare di Antonio Tagliata, il 18enne che il 7 novembre scorso ha ucciso Roberta Pierini e ridotto in fin di vita Fabio Giacconi, i genitori della sua fidanzatina, esplodendo 8 colpi di pistola.

Lo smartphone, senza la sim, era in un parco fra via Tiziano e via Buonarroti. A notare l’oggetto sono stati alcuni operai comunali addetti al verde urbano, che lo hanno segnalato ai carabinieri.

Sarà sottoposto con un’integrazione di perizia agli accertamenti dello stesso esperto informatico, l’ing. Giuseppe Dezzani (lo stesso perito del caso Yara), incaricato della verifica sui pc e il cellulare della ragazza. La speranza è di riuscire a ricostruire gli sms, i messaggi su whatsapp e i social network precedenti e subito successive all’omicidio.

I carabinieri che indagano sul delitto, hanno già acquisito i tabulati del telefonino di Antonio: il giovane aveva telefonato alla fidanzata poco prima del delitto, probabilmente per chiederle di incontrarsi alla fermata dell’autobus per poi salire insieme a casa di lei. Subito dopo la sparatoria si sussegue una ridda di chiamate, fino a quando il giovane non si sbarazza dello smartphone.

Ieri intanto la sedicenne, in carcere a Napoli, ha visto per la prima volta dal giorno del delitto i propri familiari. La zia materna è infatti partita da Chiaravalle per raggiungere l’isola di Nisida, a Napoli, dove la ragazzina è rinchiusa nel carcere minorile femminile. Un incontro che senza dubbio è stato drammatico e commovente. I familiari non vogliono raccontare troppi particolari del primo abbraccio con l’adolescente, che domenica compirà 16 anni e per il suo compleanno non potrà ricevere visite. Lunedì alla ragazzina era stato negato il permesso di uscire dal carcere per partecipare al funerale della madre Roberta Pierini, ma una cugina ha letto una lettera immaginaria, che avrebbe potuto essere quella scritta dalla ragazzina alla madre uccisa.

Sin dal giorno del fermo la giovane aveva chiesto notizie del padre, che resta ricoverato in coma irreversibile nella Clinica di Rianimazione dell’ospedale regionale di Torrette. In questi giorni i familiari si avvicendano nel nosocomio regionale nell’orario di visita, ma solo un miracolo potrebbe salvare il 49enne, maresciallo dell’areonautica.

Nel carcere la ragazzina ha la possibilità di continuare a studiare e per garantirle la prosecuzione del percorso scolastico, con l’accordo dei familiari materni e paterni, si è attivata anche l’avvocato Annavittoria Banzi, nominata tutore della giovane. La ragazzina aveva rifiutato di essere affidata agli zii materni: aveva confidato di vergognarsi dopo quanto era accaduto, per il suo coinvolgimento nell’uccisione della madre e nel ferimento del padre.

Sempre ieri Antonio Tagliata, in carcere a Camerino, ha ripetuto al procuratore del Tribunale per i Minorenni Giovanna Lebboroni la versione già fornita al pm Andrea Laurino e al gip Antonella Marrone, che ne aveva convalidato il fermo.

Il giovane, assistito dall’avvocato Luca Bartolini, ha riferito di essersi subito pentito del gesto commesso. Ha spiegato che mentre lui e la 16enne scappavano a piedi da via Crivelli hanno incrociato un’ambulanza e una gazzella dei carabinieri e ha sperato che almeno una delle due vittime venisse salvata dai soccorritori.

Dopo aver raggiunto a piedi piazza Cavour e essere saliti su un autobus che li ha portati a Falconara, i due ragazzi sarebbero arrivati fino al convento dei frati francescani. Si sarebbero fermati per qualche tempo nei giardinetti di piazza Sant’Antonio, sotto la statua del santo, poi sarebbero entrati in chiesa per pregare e chiedere perdono, per circa un’oretta “Sono entrato in chiesa e ho chiesto perdono a Dio di quello che avevo fatto“. Un passaggio che non era mai emerso prima e che spiegherebbe il tempo intercorso tra il momento del delitto, avvenuto attorno alle 13.30, e quello del fermo, scattato alle 17.30 nella stazione di Falconara.

Resta il rebus dei biglietti che Antonio Tagliata aveva lasciato in casa prima di uscire per raggiungere via Crivelli, dove in sostanza annunciava l’omicidio e se ne assumeva la responsabilità. Un elemento che fa pensare alla premeditazione.