Uccise il marito con una coltellata alla gola: condannata a 16 anni e 2 mesi

Maria Andrada Bordea aveva provato ad avvalorare la tesi del suicidio

Maria Andrada Bordea nella foto segnaletica diffusa dai carabinieri dopo il fermo

Maria Andrada Bordea nella foto segnaletica diffusa dai carabinieri dopo il fermo

Ancona, 27 febbraio 2015 – Il Gup di Ancona, Paola Moscaroli, ha condannato Maria Andrada Bordea a 16 anni e 2 mesi di carcere per omicidioLa donna, 27enne di origine romena, era accusata di aver ucciso il marito ad Agugliano il 2 marzo scorso. Gli avrebbe inferto una coltellata alla gola tentando poi di avvalorare la tesi del suicidio.

Il clima nella famiglia, dove ci sono due figlie di 3 e 6 anni, era pesante per problemi economici e per la depressione dell’uomo, disoccupato e alcolista. Le piccole ora sono affidate alla sorella della vittima, Ana, che ha portato alla Bordea foto delle figlie mascherate per il Carnevale, ma non ha intenzione di perdonarla: “Poteva andarsene, chiedere aiuto. Lui non le ha mai messo le mani addosso”. La Bordea è stata interdetta in perpetuo dai pubblici uffici e dovrà risarcire 50mila euro a ognuna delle bimbe assistite dal tutore, l'avvocato Eleonora Tagliabue. La pena è stata inflitta per omicidio volontario aggravato dal legame coniugale. 

Il giudice ha accolto le richieste dell'accusa, applicando però due mesi in più alla pena: il pm aveva chiesto di non concedere le attenuanti generiche ma era partito dalla pena più bassa tenuto conto del contesto famigliare. Anche la figlia di 6 anni ha fatto riferimento ai litigi tra i genitori, non riuscendo però a riferire nulla di specifico su quella sera. 

Gli avvocati difensori Jacopo Saccomani e Alessio Stacchiotti avevano sostenuto la tesi della legittima difesa o quantomeno un eccesso colposo di difesa: era stata depositata anche una perizia per far riconoscere una parziale incapacità di intendere e di volere.