La parrocchia vieta l’accesso ai cani: esplode la contestazione sul web

Cartello a Tavernelle, il parroco: "Ma quest’area è privata"

Ancona, il cartello col divieto di accesso ai cani

Ancona, il cartello col divieto di accesso ai cani

Ancona, 27 febbraio 2015 - «Vietato l’accesso ai cani nell’area parrocchiale». Il cartello esposto proprio davanti alla chiesa di Santa Maria di Loreto al Pozzetto, nel quartiere di Tavernelle, non è andato giù a molti anconetani che hanno a cuore le sorti degli amici a quattro zampe. E’ bastato postare una foto con la segnaletica bella chiara ed evidente che sulla rete sono esplosi una marea di commenti, la maggior parte critici nei confronti della decisione presa dai responsabili della parrocchia, sebbene ci siano anche voci a favore.

Intanto il parroco, il diretto interessato spiega le motivazioni dell’iniziativa, o meglio usa la via più breve: «Io sono arrivato due anni in questa parrocchia, diciamo che sono nuovo, e già al tempo quel cartello c’era. Strano che la gente protesti adesso. Ripeto, si tratta di un’area privata, il cartello l’ho trovato e non vedo perché toglierlo».

Intanto sui social network non mancano le critiche, su tutte il commento delicato del ristoratore Danilo Tornifoglia che l’ha foto l’ha postata: «Chissà se il poverello di Assisi sarebbe d’accordo?» ricordando la figura di San Francesco. Poi arrivano altri commenti: “ l’Italia è piena di vergogne simili” scrive Aurora Carrara, mentre Daniele Pesciarelli dice «Più vanno in chiesa e meno rispettano non solo gli animali ma anche le persone, pensano di valere molto più degli altri».

Interessante la spiegazione di Amato Beccaceci secondo cui «Il solerte parroco, dovrebbe recintare l’area privata in modo regolare, altrimenti come può dire se un animale o una persona non gradita entra nella sua proprietà? Inoltre, a mio parere, se vuole che sia rispettato il suo invito, deve dimostrare di essere uguale agli altri cittadini». Ma non mancano le voci in accordo alla decisione.

Per Lorenza Lotti «qui non si tratta di amare o meno gli animali, il problema non è questo. Qui si tratta di rispettare le persone che non devono per forza essere obbligate a fare lo slalom tra le deiezioni canine che i padroni non puliscono». Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda è Ginevra Gardini: «Un cagnolino in chiesa è una distrazione, in fondo la chiesa è un luogo di culto non un canile. Nemmeno da noi evangelici sarebbe ammesso, per il bene della creaturina». Come al solito non ci si riesce a mettere d’accordo su nulla, tanto meno su un problema di questo tipo.