Ancona, 10 dicembre 2011 - IN dieci ci rinunciano. In dieci, tra i consiglieri regionali delle Marche, hanno dichiarato di non voler ricevere il vitalizio. Sono scaduti ieri i termini dettati dall’emendamento Bugaro, consigliere regionale del Pdl, che per primo ha proposto, e di conseguenza aderito, al provvedimento approvato dal Consiglio regionale in cui si autorizza la possibilità di non percepire il vitalizio da consigliere regionale, ma allo stesso tempo di ottenere il rimborso di quanto versato negli anni di legislatura. Seppur ormai decorso, il termine però viene di fatto riaperto dalla decisione presa dal Consiglio di abolire i vitalizi. Una proroga che modifica il senso della questione. Perché solo i dieci avranno la possibilità di vedersi rimborsato quanto versato, seppur senza interessi, anche se le trattenute sono state tassate, mentre agli altri il vitalizio sarà regolarmente concesso. I penalizzati saranno solo i futuri eletti che non riceveranno la ‘pensione’.

Ai dieci rinunciatari (Bugaro, Foschi, Carloni, Ciriaci, Massi, Zinni, Acquaroli del Pdl, Romagnoli e Silvetti di Fli e Dino Latini di Api) dovranno essere corrisposti complessivamente 800mila euro che è la somma dei contributi trattenuti nelle ‘buste paga’ dei consiglieri dal momento in cui li hanno cominciati a versare, praticamente dal loro insediamento.

Il via alle danze lo aveva dato lo stesso Bugaro, ma nel giro di qualche giorno diverse furono le adesioni: Francesco Massi, Giovanni Zinni, Francesco Acquaroli, Gabriella Ciriaci, quindi due di Fli, Franca Romagnoli e Daniele Silvetti, pur tra mille perplessità, e infine Dino Latini (Alleanza per l’Italia). La vicenda già al tempo aveva sollevato non poche polemiche circa l’opportunità di fare passare un provvedimento simile che mette a dura prova la tesoreria della Regione fortemente dilaniata dai costi fissi per i vitalizi degli ex consiglieri e le pensioni di reversibilità nei confronti di vedove e vedovi o figli che ne hanno avuto diritto (un unico caso). Questo perché consiglieri come Bugaro sono in aula dal 2005, altri come Massi e Romagnoli dal 2000.
A questo dato si aggiunge anche quello che nel 2011 i versamenti per i contributi sono stati poco meno di 900mila euro, uno sbilanciamento di cui non si può tenere conto.

In ordine di tempo gli ultimi a rinunciare al vitalizio sono stati i consiglieri Mirco Carloni ed Elisabetta Foschi che ieri hanno depositato l’atto. "Abbiamo rinunciato a un privilegio — dicono — che è quello di vedersi assegnato, una volta compiuti i 60 anni di età, un assegno mensile il cui importo va da un minimo di 1.500 ad oltre 4mila euro a seconda degli anni di legislatura svolti. Ad oggi la Regione Marche spende oltre 4 milioni di euro per pagare i vitalizi degli ex consiglieri e la somma cresce ogni anno".

Mercoledì scorso, appunto, l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale insieme alla prima commissione, ha approvato una proposta di legge, che dovrà essere votata dall’aula nelle prossime settimane, in cui si prevede l’abolizione del vitalizio ma solo dalla prossima legislatura "salvaguardando pertanto il privilegio per tutti gli attuali consiglieri regionali che al raggiungimento dei 60 anni si vedranno riconosciuto questo vantaggioso trattamento pensionistico. Ci è sembrato a questo punto doveroso, soprattutto in una fase di forte difficoltà economica in cui tutti sono chiamati a fare pesanti sacrifici, rinunciare spontaneamente a questo privilegio".
Carloni ha anche inserito la notizia su Facebook, il noto social network riscuotendo tantissimi attestati di stima da tutti i suoi amici o colleghi di partito. "Mi sono stancato — aggiunge — di essere additato come un privilegiato. Rinuncio perché la politica serve e i politici non sono tutti uguali". Ora non resta che vedere cosa accadrà in aula e se il provvedimento verrà approvato considerando che la discussione sull’argomento è sempre molto accesa e continua a dividere.