Ancona, il governatore Luca Ceriscioli e il 2018. "Parola d’ordine: semplificare"

Intervista al presidente della regione Marche: "Inutile il commissario per il sisma. Sarà l’anno della ricostruzione"

Il governatore Luca Ceriscioli

Il governatore Luca Ceriscioli

Ancona, 30 dicembre 2017 - Si aprono nuovi scenari e prospettive in vista del nuovo anno. Intervista a tutto tondo al governatore delle Marche Luca Ceriscioli, tra post terremoto, sanità e istruzione. Le priorità per il 2018.

Presidente Luca Ceriscioli, la Regione chiude un anno pieno di difficoltà e anche arrancando.

«Un anno difficile, dove non meno del 90 per cento dell’attività è stata concentrata sul terremoto».

Ci dia, allora, la parola d’ordine per l’anno a venire.

«Semplificare, semplificare».

Intanto avete chiuso il 2017 con le casette ancora da consegnare.

«Sono mesi che segnaliamo le difficoltà, i ritardi che si sono manifestati. Mi pare che ci siano stati errori, ma soprattutto sciatteria».

Addirittura?

«Oltre ai 2-3 mesi di ritardo, va anche detto che c’è stata fin troppa sciatteria nelle modalità di consegna del Consorzio Arcale. Sarebbe bastato poco».

In concreto?

«A Sarnano, dopo le polemiche, in mezza giornata di lavoro si è sistemato tutto. Il problema è che le ditte non lavorano all’altezza della situazione. Preferiscono risparmiare. E le aggiungo...».

Facile trovare il capro espiatorio.

«A febbraio le casette saranno tutte consegnate, ma riguardano un sesto dei 30mila sfollati».

Non la seguiamo...

«Semplice se non si hanno ben chiare le proporzioni».

Insista.

«La Marche sono più indietro perché in termini di Comuni, popolazione e danni, sono la Regione più colpita. E questo non è stato percepito nella comunicazione».

In che senso?

«Abbiamo subito l’effetto social, che gonfia ogni problema. Ma non si è percepito il perché eravamo più indietro».

Si poteva comunque far meglio.

«La gestione è governativa, centralizzata. Prenda le casette, è stata fatta una gara per tutti. Mentre la Regione ha fatto le urbanizzazioni con 70 ditte locali, solo 2-3 hanno registrato ritardi. E’ chiaro? E poi diciamo una cosa per il futuro».

La dica.

«Va cambiata la legislazione. Se fare un’opera pubblica è di norma pressoché impossibile per le procedure, in caso di emergenza la situazione diventa insopportabile».

Guardiamo al futuro.

«Ripeto: dovrà essere l’anno della semplificazione. Le ordinanze sono state fatte, ma sono al vaglio della Corte dei conti. E se ci si mette due mesi? E’ un ossimoro: ordinanza che non ordina».

Inoltre?

«Io punto che sia l’anno dell’avvio della ricostruzione».

Il commissario unico?

«Un altro errore, dopo il sisma di ottobre che aveva allargato il perimetro andavano divise le responsabilità per aree».

Errani?

«All’epoca sembrava una scelta di efficienza, visti i precedenti. Ci sono troppe normative e in emergenza diventano insopportabili».

Il lato positivo?

«Abbiamo fondi, può essere l’occasione per rilanciare l’economia delle Marche in crisi. Vogliamo che quest’anno possa partire la ricostruzione privata, che offrirà lavoro a ditte e professionisti locali. Si possono attivare uno-due miliardi di euro».

Il pubblico?

«Lavori pubblici da attivare per un miliardo. Coinvolgeremo Province, Comuni, l’Asur per la Sanità. Dobbiamo farlo».

Si parte da dove?

«Dalle scuole. Tutti i 120 istituti danneggiati sono finanziati».

Le donazioni private di scuole hanno già dato risultati.

«Ecco, la differenza è tutta qui. Ci vorrebbero procedure pubbliche in grado di tenere gli stessi ritmi».

Una chance da non perdere.

«L’emergenza va trasformata in opportunità grazie alle risorse».

Avete investito i 200 milioni della Sanità?

«Si, con un grande rinnovamento tecnico. Abbiamo appena inaugurato ad Ancona la Tac più veloce del mondo che fa un esame total body in 5 secondi».

E i nuovi ospedali?

«La riforma andrà avanti: stiamo definendo gli ospedali unici provinciali. Non ci fermeremo».