Libri hot, vino, cene: paga la Regione Marche. "A processo in 66 per le spese folli"

Nei guai anche l’ex governatore Spacca e due assessori

Al centro l’attuale  governatore delle Marche, Luca Ceriscioli (non coinvolto nello scandalo spese pazze), e, a destra, l’assessore regionale al Turismo e Cultura, Moreno Pieroni. L’inchiesta si riferisce agli anni del Consiglio regionale 2008-2012

Al centro l’attuale governatore delle Marche, Luca Ceriscioli (non coinvolto nello scandalo spese pazze), e, a destra, l’assessore regionale al Turismo e Cultura, Moreno Pieroni. L’inchiesta si riferisce agli anni del Consiglio regionale 2008-2012

Ancona, 28 novembre 2015 - Nessuno si salva dall’inchiesta sulle ‘spese pazze’ del Consiglio regionale: i magistrati della Procura di Ancona ritengono illegittime le spese addebitate ai gruppi consiliari regionali dal 2008 al 2012, a cavallo tra la prima e la seconda Giunta Spacca. Ieri il giudice per l’udienza preliminare Francesca Zagoreo ha notificato a tutti i 66 indagati (praticamente tutto l’x consiglio regionale: 66 su 68) la richiesta di rinvio a giudizio, segno che gli inquirenti non hanno ritenuto convincenti le memorie difensive presentate da politici e funzionari e le audizioni che si sono susseguite tra la primavera e l’estate.

L’udienza si terrà il 18 gennaio prossimo e in quella sede il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio gli imputati o archiviare alcune posizioni. In totale è di ‘appena’ 1 milione e 200 mila euro l’importo contestato, una pioggia di piccole spese sostenute da esponenti di destra e di sinistra. Tra i 61 politici figurano l’ex presidente della Giunta regionale Gianmario Spacca, l’ex presidente del Consiglio Vittoriano Solazzi, gli attuali assessori regionali Moreno Pieroni e Angelo Sciapichetti, oltre a consiglieri regionali vecchi e nuovi.

A Spacca, tra l’altro, viene contestato di aver speso nel 2009 14.258 euro in pranzi e cene al ristorante, telefonia e messaggistica, manifesti, compresa la stampa di 55mila copie del periodico filosofico-culturale Koinè. Anche nella richiesta di rinvio a giudizio viene riportata la spesa di 700 euro per acquistare con la carta di credito del gruppo un paio di occhiali di emergenza, anche se l’importo, come prendono atto gli stessi inquirenti, era stato restituito meno di due mesi dopo.

A Solazzi, che nell’ultima legislatura aveva rinunciato ai rimborsi, vengono comunque contestate le spese per benzina e convegni al ristorante. L’attuale assessore a Turismo e Cultura della giunta Ceriscioli Moreno Pieroni (Psi) è invece finito nei guai per pranzi al ristorante, un telefonino touch screen, dvd e libri che secondo la Procura non erano attinenti al mandato, come non sarebbero giustificati secondo l’accusa i 3mila euro spesi dall’assessore all’Ambiente Angelo Sciapichetti per ristoranti, trasferte, soggiorni in hotel e francobolli. Per entrambi il M5S chiede le dimissioni.

A far scalpore, in molti casi, sono proprio gli esborsi più contenuti, come i 16,80 euro spesi dall’ex consigliere della Federazione della Sinistra Raffaele Bucciarelli per comprare l’ormai mitico libro sull’orgasmo delle donne, o come i 23 euro che il consigliere dell’Udc Luca Marconi aveva utilizzato per acquistare le pastarelle della domenica in una pasticceria vicino a casa. Leggendario era diventato anche il pacchetto di sigarette che l’ex capogruppo dell’Idv Paolo Eusebi aveva addebitato al gruppo, così come la spesa al supermercato dell’ex capogruppo Pd Mirco Ricci: 21,71 euro per yogurt, formaggio spalmabile, vino e limoni. Spese che, naturalmente, sono state addebitate al fondo spesa dei gruppi consiliari, coperti con i soldi di tutti i contribuenti.