Stazione marittima: la strana resa della politica

IL COMMENTO

Ancona, 9 agosto 2015 - C’E’ CHI si mobilita per far tornare in funzione una tratta ferroviaria, c’è chi è disposto a trovare i fondi per creare percorsi sui binari in disuso con vetture d’epoca. E poi c’è chi davanti a un ‘singolare’ progetto di sicurezza delle Ferrovie non mostra nessuna arma di difesa se non quella di farsi «cancellare» un pezzo di linea ferrata. Quest’ultimo caso si riferisce al capoluogo e a chi lo governa.

Rfi ha deciso di effettuare interventi per la messa in sicurezza della linea che unisce la stazione centrale con quella marittima. Un progetto che prevede, nell’era della tecnologia, interventi singolari: passaggi a livello chiusi contemporaneamente per sette minuti e barriere di protezione dei binari anche a ridosso della Mole Vanvitelliana.

Davanti a tutto questo la politica cittadina, gli amministratori, invece di protestare hanno detto: prego accomodatevi. O meglio: il progetto così non è accettabile quindi chiudiamo la stazione marittima.

Tutto molto singolare. Ad esempio, qualcuno ha interpellato la soprintendenza ai monumenti per chiedere se è possibile mettere della barriere a tre metri dal monumento di Vanvitelli? Potrebbe essere di aiuto per far modificare a Rfi il progetto.

Ma il tema è un altro: l’arrendevolezza degli amministratori davanti a una proposta che poteva essere rigettata senza comunque perdere il servizio.

E anche qui si capisce che non esiste un progetto reale, e non a parole, della città. Perdere una stazione ferroviaria che entra nel cuore del capoluogo, senza un minimo di riflessione, è poco lungimirante. Quella piccola stazioncina forse potrebbe essere il fulcro di una mobilità sostenibile tutta da realizzare.

Insomma il problema è quello che ci raccontiamo da tempo: senza progetti e visione del futuro non si amministra una città. E al momento non si guarda oltre il proprio naso.