Torna l’incubo per cani e gatti, polpette avvelenate in strada

Salvata per un soffio una cagnetta a Collemarino, scatta il tam tam su Facebook FOTO Bocconi killer

Polpette avvelenate (Foto Antic)

Polpette avvelenate (Foto Antic)

Ancona, 24 febbraio 2015 - Tremano i proprietari di cani e gatti, ma anche i genitori e i nonni che portano i bambini piccoli a fare una passeggiata al parco. E’ infatti tornato l’incubo delle polpette avvelenate (foto), riempite da scriteriati inqualificabili di veleno per uccidere animali domestici. I dati diffusi dall’Aidaa fanno tremare i polsi. Come riportato nelle nostre cronache nazionali ieri, in un anno sono stati segnalati in Italia 14mila casi di esche mortali.

Il 10 per cento di queste polpette ha fatto centro, ovvero ha ucciso un animale. Nel mirino i nostri amici quattrozampe, perché sono loro che anche se non affamati annusano e spesso ingeriscono per curiosità le polpette mortali. Ma questi soggetti inqualificabili, che dagli animali avrebbero solo da imparare, sono un pericolo pubblico anche per i bambini. E’ già accaduto che un piccolo, attirato dal colore blu acceso, rosa o verde delle polpette, venisse salvato da un adulto poco prima che mettese il veleno in bocca. Chi distribuisce questi orrori sceglie accuratamente i posti in cui lasciare le polpette: strade residenziali, parchi, ma anche spiagge.  Questo problema coinvolge tutti, padroni di cani e non, animalisti o no, ed è dovere civico denunciare ogni sospetto.

Polpette avvelenate a Collemarino, un cane si salva per miracolo e gli animalisti insorgono: «Occhi aperti sugli altri bocconi disseminati per il quartiere». Lungo via Tamburini, nella zona dello stadio, ieri una cagna meticcia di taglia grande è caduta nella trappola messa in piedi da qualche mente malata ingerendo forse due o tre polpettine avvelenate. Le sue condizioni sono apparse subito gravi al veterinario ma la meticcia non dovrebbe correre pericolo di vita, a oggi tra l’altro le sue condizioni sembrano migliorate.

La brutta notizia è rimbalzata immediatamente in rete guadagnando tantissime condivisioni del post pubblicato su Facebook da un gruppo di animalisti, correlato dai richiami a fare attenzione soprattutto agli animali che girano liberi: a lanciare l’allarme per prima infatti è stata l’Oipa che ha invitato i cittadini a tenere gli occhi aperti perché ce ne potrebbero essere molte altre disseminate in giro di quelle polpette. Bocconcini azzurri disposti anche vicino ai cassonetti dell’immondizia, per non destare troppi sospetti, invitanti soprattutto per i cani ma destinati anche ai felini, attirati da quel colore delle pasticche di veleno inserite a mano nella carne, tanto da spingerli a ingoiare i pezzetti, curiosi di sentirne il sapore anche se non sono affamati.

Stava per finire proprio così ieri l’esistenza di quel cane a Collemarino se non l’avessero presa in tempo. Il fenomeno è dilagante: l’ultimo è stato registrato qualche mese fa in un piccolo parco a Villa Musone di Loreto, dove una femmina da caccia di razza meticcia è finita in prognosi riservata per aver ingerito dei bocconcini. Numerosissimi i casi registrati nei mesi scorsi anche tra la Chiusa di Agugliano, Polverigi e Camerata Picena, soprattutto nelle zone di campagna: si è trattato sempre di bocconi appetitosi lasciati nei campi come esca per gli animali ignari del pericolo mortale cui vanno incontro con l’ingestione di quei conglomerati di carne.

A Castelfidardo invece, prima di Natale, qualcuno aveva cosparso il bordo di un tratto di strada con una polvere bianca velenosa che non destava attenzione a una prima occhiata perché sembrava calce. Tutta questa macabra collezione di episodi potrebbe essere frutto di un piano elaborato da menti diaboliche che vogliono fare piazza pulita degli animali oppure, circostanza meno probabile, si tratterebbe di bravate di gruppi di ragazzini che agiscono per noia o divertimento. Un fenomeno contro cui le associazioni ambientaliste del territorio si stanno battendo da anni effettuando spontaneamente, grazie ai volontari, opere di rastrellamento soprattutto nelle zone di campagna, per scongiurare il pericolo di intossicazione degli animali prima che sia troppo tardi. Ogni tanto i Carabinieri riescono a individuare gli autori e denunciarli ma sempre più spesso restano impuniti.