Prostituzione, in strada è un mercato senza crisi

Da Falconara a Marina: il tour del Carlino nella notte

Le prostitute si sono organizzate per accogliere i clienti

Le prostitute si sono organizzate per accogliere i clienti

Ancona, 18 agosto 2015 - E’ un mercato che non conosce crisi quello dell’amore a pagamento, anzi con la bella stagione si è ampliata l’offerta lungo le strade e le tariffe sono scese a picco: per sconfiggere la concorrenza alcune professioniste sono disposte a scendere a 30 euro per una prestazione. La Statale Adriatica resta la piazza più ambita da lucciole e transessuali, di diverse nazionalità, con epicentro nel quartiere di Fiumesino, a Falconara. Qui, da qualche mese, esercitano donne originarie dell’est Europa che stanno rivoluzionando l’immagine tradizionale delle prostitute, abituate a rimanere in piedi sotto i lampioni anche per ore. Le nuove arrivate attendono infatti i clienti nel piazzale del distributore Ip, proprio davanti alla raffineria, comodamente sedute su sedie di plastica: tra un cliente e l’altro chiacchierano tra loro, telefonano, come vicine di casa che prendono il fresco davanti all’uscio. Dopo le segnalazioni arrivate dai residenti e dagli automobilisti di passaggio, il Carlino ha fatto una prova ‘on the road’, per capire se il fenomeno sia davvero così evidente e in espansione come viene descritto.

Oltre alle lucciole dell’Europa dell’est davanti alla raffineria, che in genere arrivano in gruppi di cinque, sono state notate prostitute nigeriane, spesso giovanissime, all’altezza dell’ex caserma Saracini, mentre la via Clementina resta appannaggio dei transessuali, che si raggruppano anche nel distributore davanti alla ex Montedison. Il giro comincia attorno alle 23, orario indicato dagli ‘osservatori’ come quello di maggiore affollamento.

Al distributore della raffineria spuntano due donne, sedute sulle sedie da giardino: una sui trent’anni, l’altra più matura, apparentemente di etnia rom. Le auto si avvicinano e, dopo pochi minuti, la più giovane se ne va con un cliente. Torna dopo un quarto d’ora e riprende posto vicino alla ‘collega’. Non accetta di essere intervistata: spiega a gesti di essere madre di cinque figli e chiede di non essere fotografata in volto, per tutelare i suoi bambini. L’altra è ancora più brusca: dice di avere già memorizzato il numero di targa della nostra auto e minaccia una denuncia. Pochi metri più a sud, sotto il lampione davanti all’ingresso della vecchia caserma, è arrivata nel frattempo una nigeriana: gli automobilisti si avvicinano, ma se ne vanno dopo una breve trattativa. Dall’altra parte della strada, davanti allo sportello bancomat, un’altra giovane africana resta in disparte. La richiesta di un’intervista, in questo caso, viene presa molto male: la ragazza afferra un grosso sasso e tenta di colpire l’auto di giornalista e fotografo. Più affollato il distributore davanti alla ex Montedison, al confine con Montemarciano: sono tre i transessuali che attendono il passaggio delle auto. Nessuno vuole concedere un’intervista, forse per paura di perdere potenziali clienti durante il colloquio, ma gli automobilisti si avvicinano e poi vanno via senza raggiungere un accordo. Il tour prosegue quindi in via Clementina, dove un altro trans, come avviene ormai da anni, si trova in via Clementina, davanti alla Rocca. Anche in questo caso alcuni automobilisti si fermano a trattare, ma poi abbandonano il campo. Segno, forse, che l’offerta è ormai più alta della domanda.