Falconara (Ancona), 30 giugno 2011 - Il progetto per la realizzazione di un impianto di rigassificazione a Falconara Marittima ha ottenuto il parere favorevole dei servizi tecnici regionali. Dai parametri acquisiti dall’esame dello Studio di impatto ambientale emerge, tra l’altro, che gli effetti sull’ecosistema marino dell’impianto di rigassificazione saranno sostenibili.


“L’impatto ambientale più importante per questa tipologia di impianto - dicono Antonio Minetti, dirigente Territorio Ambiente Energia e David Piccinini, dirigente Valutazioni e autorizzazioni ambientali - è quello derivato dallo scarico a mare delle acque utilizzate per le operazioni di rigassificazione: la nave rigassificatrice preleva acqua di mare, immette quantità controllate di ipoclorito di sodio, utilizza il calore dell’acqua di mare per riscaldare il Gnl e riportarlo allo stato gassoso. Le acque di processo inertizzate vengono nuovamente scaricate a mare, ad una temperatura di 6 °C inferiore a quella di prelievo. Le legge che norma gli scarichi idrici prevede che sia possibile scaricare su un corpo idrico acque con concentrazioni di cloro libero inferiori al limite di 0,2 milligrammi per litro. Ebbene, lo scarico delle acque di riscaldamento dell’impianto di rigassificazione in questione avverrà con concentrazioni inferiori a 0,1 milligrammi al litro”.


Dall’esame dello Studio di Impatto Ambientale, è poi possibile rilevare che lo scarico dell’impianto di rigassificazione oltre i 200 metri dal punto di re-immissione produrrà una perturbazione con un ordine di grandezza inferiore a quello previsto dalla normativa per le emissioni su acque superficiali.

“Questi parametri – proseguono Minetti e Piccinini - consentono di affermare che anche gli effetti sull’ecosistema marino indotto dallo scarico saranno sostenibili. E’ chiaro che il monitoraggio potrà introdurre eventuali correttivi in corso d’opera. Per cercare di andare oltre i modelli è stato rilevato che già da tempo il sito industriale Api ha uno scarico in mare di acque proveniente dal raffreddamento dell’Impianto di gassificazione a ciclo combinato (Igcc) il quale immette in mare cloro libero in flussi di massa maggiori rispetto a quelli del rigassificatore in progetto. I sistemi di monitoraggio Arpam, sino ad ora, non hanno evidenziato particolari criticità legate alla presenza di cloro”.


Tutti questi aspetti sono stati analizzati a livello locale con l’ausilio dell’Arpam e a livello centrale dalla Commissione per la verifica dell’impatto ambientale.
“Per quanto attiene la temperatura – concludono i due dirigenti - occorre evidenziare che i processi di eutrofizzazione (il fenomeno che favorisce la proliferazione delle alghe) sono innescati dal riscaldamento delle acque del mare e non dal loro raffreddamento. Lo Studio di Impatto Ambientale del progetto evidenzia come già a 100 metri dallo scarico l’abbassamento della temperatura si assesta sotto i 0,5 gradi centigradi. Ciò è in linea con i principi della termodinamica, dato che le masse scaricate risultano comunque estremamente limitate se rapportate al mare”.


Per quanto riguarda infine i flussi di massa di cloro libero allo scarico, i quantitativi sono sensibilmente più alti nel progetto Gaz de France, per via delle maggiori portate allo scarico e delle maggiori concentrazioni limite.
 

 

DONATI: "DAI SINDACI PRIME APERTURE"

“Le aperture dei sindaci testimoniano che il dialogo e l’approfondimento consentono di entrare nel merito dei problemi evitando superficiali demagogie. Da qui ha origini la posizione più aperta degli Enti locali, più attenta a tutti gli aspetti in campo, da quello ambientale a quello economico e occupazionale, una posizione che dimostra la comprensione dello sforzo della Regione per coniugare lavoro, sicurezza e ambiente”. Lo afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Sandro Donati, che commenta gli esiti dell’incontro avuto con i sindaci che si sono espressi sulla vicenda del rigassificatore di Falconara Marittima.


“Una questione complessa – dice Donati - che coinvolge molteplici aspetti ambientali, economici, sociali, ai quali la Regione cerca di dare una risposta razionale, non emotiva, per garantire la comunità, tutelare la salute e l’ambiente, salvaguardare l’occupazione. Il fatto che gli stessi sindaci, con i quali ci stiamo confrontando, stiano riposizionando i giudizi alla luce dei delicati aspetti che la vicenda sottende, è testimonianza di come la questione venga affrontata con la massima trasparenza, responsabilizzando ciascuno sulle scelte che andranno maturare nel più ampio spirito di collegialità.

Sono emerse dall’incontro con i sindaci – riferisce Donati – alcune aperture, le posizioni non sono più nette come emergeva nei giorni scorsi. Di fronte al serio lavoro svolto dal gruppo tecnico regionale che ha portato alla definizione di una bozza di accordo che recepisce le indicazioni venute dall’Assemblea legislativa, per quanto riguarda la bonifica, la riqualificazione e la riconversione produttiva del sito (con riduzione degli attuali impatti ambientali), la sicurezza sul lavoro e la salute, la salvaguardia occupazionale, alcune certezze emotive, maturate a livello locale, hanno iniziato a lasciar spazio a dubbi sulla bontà di una scelta aprioristica di diniego.

Il confronto, dunque, è servito e servirà ancora per far maturare in tutti i soggetti istituzionali, sociali ed economici, la convinzione che a questioni complesse, occorre dare risposte articolate e meditate. In particolare, chi ricopre ruoli istituzionali deve avere a cuore lo sviluppo complessivo della comunità, iniziando dalla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente e dalla salvaguardia dei posti di lavoro. Questi parametri, a volte in conflitto tra loro, possono trovare una sintesi condivisa se, come nel caso del rigassificatore di Falconara, i progetti industriali hanno impatti contenuti e prevedono la garanzia di monitoraggi e verifiche ancora più stringenti di quanto richiesto dalla Valutazione di impatto ambientale”.