Numana (Ancona), 9 luglio 2013 - Forse è stata uccisa per aver chiesto una somma di denaro extra rispetto al pagamento della prestazione sessuale. Comincia a delinearsi il movente dell'omicidio di Adriana Mihaela Simion di 26 anni, trovata morta la notte tra il 7 e l’8 aprile scorso nella sua casa di Marcelli di Numana, dove si trovava in affitto e si prostituiva cercando clienti tramite annunci su siti e riviste.

E sarebbe stato proprio un suo cliente, l'ultimo, ad ucciderla. Lei gli avrebbe chiesto più soldi in ragione del fatto di aver passato con lui tutta la mattinata del 7 aprile scorso, ma l'assassino non avrebbe voluto saperne.

Nel mirino degli investigatori è finito Carlo Orlandoni, 34enne imprenditore residente a Castelfidardo. L'uomo è stato fermato ieri dai carabinieri del Reparto operativo di Ancona, guidati dal colonnello Luciano Ricciardi. Per ora ha ammesso di aver avuto una colluttazione con la ragazza e di aver gettato via un piccolo coltello dopo essersene andato, ma non ha confessato l'omicidio. Inoltre, ha accompagnato i carabinieri alla ricerca dell’arma del delitto, non ancora ritrovata.
 

Il fermo dovrebbe essere convalidato dal gip in un paio di giorni. Lo hanno riferito oggi in una conferenza stampa il procuratore della Repubblica Elisabetta Melotti, il pm Irene Bilotta e il comandante Ricciardi, sottolineando la necessità che il provvedimento venga convalidato per cristallizzare il quadro indiziario: tabulati, esami del dna e parziali ammissioni del fermato, etc. . Gli inquirenti, infatti, sono convinti che ci siano indizi gravi, precisi e concordanti a carico di Orlandoni
 

L’imprenditore ha fatto un racconto confuso e contraddittorio, che però lo pone sul luogo del delitto al momento dell’omicidio. Orlandoni ha confermato la furiosa lite con la Simion e la detenzione di un’arma compatibile con le 30 ferite inferte alla vittima, ma ha detto di ricordare solo la colluttazione e poi nient’altro. E ci sarebbero i suoi profili genetici sui vestiti della vittima.

Appassionato di auto, moto e animali, tifoso sfegatato della Juventus e fan di Rihanna: questo il ritratto che emerge dal profilo Facebook dell'uomo, letteralmente inondato da tenere foto di cani e gatti.
 

Orlandoni, titolare di un’azienda di stampi d’acciaio per oggetti in plastica tra Castelfidardo e Porto Recanati, avrebbe conosciuto la vittima la mattina stessa dell’omicidio - avvenuto forse nel primo pomeriggio - chiamandola a un numero da lei inserito in un annuncio. Si è recato a casa della donna con il suo suv Range Rover grigio e, dopo la prestazione sessuale - questa la ricostruzione dell’accusa - ha accompagnato la romena a fare compere. Tornati a casa, fra i due sarebbe scoppiata una lite furibonda: la donna sarebbe arrivata a trattenere il borsello di lui e i suoi effetti personali, finché questi non avesse ritirato altro contante al bancomat. Al ritorno di Orlandoni, a mani vuote, per assenza di disponbilità allo sportello, lei avrebbe trattenuto ancora il borsello e i due si sarebbero accapigliati: il 34enne avrebbe colpito la donna a pugni e poi l’avrebbe trafitta con 30 fendenti al torace e all’addome.

A trovare il corpo della ragazza, che aveva cercato di sfuggire al proprio assassino nascondendosi sotto al letto, furono il fidanzato, un’amica ed un altro giovane, tutti romeni, che subito chiamarono i carabinieri.