Fabriano (Ancona), 25 ottobre 2013 - IN PARATA con le proprie auto lungo la Statale 76 da Fabriano ad Ancona per manifestare davanti alla sede Unicredit del capoluogo. Alle 8 nel parcheggio del principale stabilimento cittadino di Santa Maria si sono ritrovati un centinaio di lavoratori della Jp, l'ex Ardo che rischia la chiusura dopo la sentenza di primo grado del Tribunale di Ancona che ha accolto il ricorso delle banche
per invalidare la vendita dell'azienda dal Ministero all'imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli. Settecento i posti di lavoro a rischio fra Marche e Umbria. Già nei giorni scorsi la rabbia del lavoratori nei confronti degli istituti di credito si era manifestata attraverso una scenica azione di protesta nella sede fabrianese della Banca Toscana che fa riferimento a Mps, altro dei gruppi bancari che hanno impugnato la cessione a Porcarelli.  

In quell'occasione furono strappare finte carte di credito e intonati cori dai toni inequivocabili. Ora la nuova iniziativa che si concretizza nella lunga mattinata odierna sempre sotto la regìa dei sindacati. ‘’Vergogna, vergogna!...’’, gridano gli operai davanti alle sedi di Bankitalia e Unicredit.  Fra i cartelli, uno recita: ‘’Unicredit: senza lavoro e imprese, vergogna’’.

I lavoratori hanno creato un cordone davanti all’ingresso, per impedire ai clienti di entrare in banca, e procurare così "un danno" all’istituto capofila del pool di banche creditrici dell’A. Merloni. Inoltre, hanno strappato simbolicamente fotocopie di bancomat. La protesta è proseguita davanti all’Inps, che ha bloccato l’erogazione della cassa integrazione. Il direttore provinciale Francesco Ricci, e' sceso in strada per parlare con operai e sindacalisti: la sentenza di annullamento della cessione emessa dal Tribunale, ha spiegato, ha creato una situazione di incertezza, ma le pratiche per gli assegni di cassa integrazione per ristrutturazione ''ora sono pronte. Sono state trasmesse alla Direzione generale a Roma, che entro pochi giorni dovrebbe dare il via libera ai pagamenti''. Fischi e slogan sono risuonati anche al passaggio del corteo davanti alla filiale della Cassa di risparmio di Fabriano e Cupramontana (Gruppo Veneto Banca), fra i gruppi che vantano i crediti piu' consistenti nei confronti dell'A. Merloni.

“I lavoratori – sostiene il segretario provinciale Fim-Cisl Andrea Cocco – sono l'economia reale, le banche solo la speculazione finanziaria. Tra queste anche Unicredit che è il capofila dell'azione ricorrente”.

Quanto, invece, all'iter giudiziario è stato depositato il ricorso in appello sia dell'imprenditore – che continua a mantenere regolarmente operativa l'attività produttiva - sia del Ministero attraverso i tre commissari straordinari dell'ex Ardo che hanno proceduto alla vendita. La sentenza-bis dovrebbe arrivare di qui a qualche mese, poi, eventualmente, ci potrebbe essere anche il pronunciamento in terzo grado da parte della Cassazione.

Una partita, insomma, ancora lunga, probabilmente non meno di un anno, anche se il primo
punto è stato segnato a favore delle banche. La sentenza di primo grado, infatti, ha stabilito che il prezzo di 13 milioni di euro per la cessione a Porcarelli indicato dal Ministero va considerato illegittimo, in quanto il
valore minimo secondo il giudice Edi Ragaglia sarebbe di  oltre quattro volte superiore, considerati i tre asset, ovvero i due stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e Maragone e l'unità produttiva gemella della vicina località umbra di Gaifana.
 

Alessandro Di Marco