Ancona, 28 gennaio 2014 - MUORE ad appena 40 anni dopo un intervento eccezionale in Germania e dopo una mobilitazione dei Testimoni di Geova per permettergli di operarsi all’estero. Si è spento il 23 gennaio a Berlino, per un’emorragia cerebrale, Massimiliano Testaferri, 40enne di Collemarino, che ad agosto, grazie ad un’equipe di chirurghi tedeschi, sembrava aver sconfitto una grave malattia. Doveva rientrare a casa dopo Natale, ma una serie di complicazioni hanno arrestato la sua battaglia per la vita. A Massimiliano era stata diagnosticata una miocardite nel luglio scorso, dopo alcuni mesi di continui malesseri.

UN’INFEZIONE al cuore aveva danneggiato il ventricolo sinistro e il giovane sembrava spacciato, anche perché non poteva essere operato a Torrette, né in altri ospedali italiani. Essendo Testimone di Geova non poteva ricevere emotrasfusioni, ma l’unico modo per salvarlo era installargli un Vad (dispositivo di assistenza ventricolare) cardiaco, un dispositivo elettronico che sostituisce il pompaggio del cuore.

IL PROTOCOLLO vigente in Italia prevede che, in caso di necessità, durante l’intervento vengano fatte trasfusioni al paziente, ma i familiari non potevano dare l’assenso proprio per la loro fede religiosa. Dopo una febbrile ricerca, in lotta contro il tempo, i familiari riuscirono ad individuare un ospedale di Berlino che garantiva l’esecuzione dell’intervento senza la necessità di trasfusioni. Un’operazione costosissima, resa possibile grazie alla mobilitazione dei confratelli: nel giro di una giornata la comunità locale dei Testimoni di Geova riuscì a mettere insieme circa 400mila euro ed il 23 agosto Massimiliano, in fin di vita, partì in aereo per Berlino, dove fu subito operato.

L’INTERVENTO riuscì alla perfezione, ma i medici avevano già messo in guardia i familiari sulla necessità di un lungo ricovero: il Vad, che in genere viene impiantato in attesa di trapianto, comporta una serie di rischi e per questo il paziente deve restare monitorato. Purtroppo quello che familiari, medici e amici temevano si è poi verificato: il vad, come accade in un caso su 3, ha comportato prima una serie di piccole ischemie, poi un’emorragia cerebrale che non ha lasciato scampo al povero Massimiliano.

«AVEVAMO preparato tutto per portarlo a casa – spiega il padre, Mauro Testaferri, titolare di un’attività commerciale a Collemarino dove lavorava anche Massimiliano –. Aveva reagito bene all’intervento e stava riprendendosi. Dopo l’emorragia, invece, non c’è stato più nulla da fare».

Alessandra Pascucci