Castelferretti (Ancona), 18 aprile 2014 - Controllore di Conerobus preso a pugni in faccia da un ragazzo poco più che maggiorenne, arrivato a difendere il fratello di 17 anni che non aveva il biglietto. E’ accaduto ieri attorno alle 15 a Castelferretti, dove il minore, residente in paese, voleva prendere la linea extraurbana insieme alla fidanzatina. Mentre la ragazza aveva un regolare titolo di viaggio, però, il 17enne non aveva il biglietto ed è incappato nella censura del controllore.

E’ nata una discussione tra il minore e il dipendente di Conerobus, che si sono affrontati alla fermata di via Pietro Mauri, poco distante dall’incrocio con le vie Montale e Cuneo. Si è inserito il fratello dell’adolescente, che ha sferrato un pugno alla mandibola del controllore. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Tenenza che hanno accompagnato in caserma l’aggressore.

Nella sede di via Puglie è arrivato anche il controllore, che ha raccontato l’accaduto. Alla fine entrambi i ragazzi sono stati denunciati, mentre il dipendente di Conerobus si è recato al pronto soccorso per accertamenti: lamentava un forte dolore alla mandibola. L’episodio riaccende la polemica dei lavoratori del trasporto pubblico, spesso vittime di aggressioni da parte degli utenti ‘clandestini’.

Tra i casi più eclatanti, il pestaggio il 29 maggio 2013 di un autista della linea urbana, preso a calci in faccia da due studenti rom. Nelle scorse settimane una grave aggressione era invece avvenuta a Macerata, dove una donna nigeriana trovata senza biglietto aveva preso a morsi il controllore. «Occorre rivedere la normativa regionale affinché sia maggiormente tutelata la figura del controllore – dice Renzo Talacchia della Ugl Trasporti –. Ne avevamo parlato in occasione di un incontro in Regione il mese scorso ed è giunto il momento che l’ipotesi prenda concretezza: servono regole più chiare.

La questione, nei giorni scorsi, era stata affrontata anche in un incontro tra il Prefetto di Macerata ed i rappresentanti sindacali: nel Maceratese il controllore non è più obbligato, quando chiede l’intervento delle forze dell’ordine, ad indicare nome e numero di telefono, dati che potrebbero essere annotati dagli aggressori, ma dovrà dare il numero di matricola.

Occorrerebbe poi maggiore sinergia delle forze dell’ordine: se gli utenti capiscono che si fa sul serio, saranno sempre di meno quelli che salgono senza biglietto».

Alessandra Pascucci