Corinaldo (Ancona), 19 aprile 2014 - Anche l’Ambasciata Usa in Italia si sta occupando del giallo dell’eredità che tra rivalutazioni ed interessi si aggira oggi tra i 180 ed i 250 mila dollari statunitensi. Una bella somma di una zia emigrata in America - e morta nel 1995 a Corinaldo dove era tornata - che però i parenti corinaldesi non sono ancora riusciti ad intascare.

Nonostante anni di traversie e dopo che a giugno dello scorso anno si erano rivolti all’avvocato senigalliese Corrado Canafoglia, responsabile dell’Associazione nazionale consumatori.

«Il nuovo ambasciatore americano in Italia, John Phillips è entrato in carica soltanto da pochi mesi — spiega Canafoglia — e quindi il suo ufficio ha iniziato ad esaminare tutti gli incartamenti di questa incredibile storia che va avanti ormai da venti anni».

I coniugi protagonisti della vicenda intendono mantenere il riserbo. Ma certo è che hanno speso soldi ed energie per venire a capo dell’eredità dei loro zii, emigrati a Bristol nel 1960. Dopo che lo zio era morto nel 1980, la vedova era tornata a Corinaldo dove morì come detto nel 1995.

«La zia era titolare di un libretto di deposito bancario acceso alla banca americana Bristol Savings bank che nel 1983 presentava un credito di quasi 70 mila dollari americani, oggi tra i 180 ed i 250
mila dollari Usa – precisa l’avvocato. Gli eredi si erano recati negli Usa per ritirare il denaro».

Ma qui l’amara sorpresa, in quanto la Bristol Savings bank era stata acquisita dalla Webster bank.
«I responsabili della banca riferirono che a causa del cambio di procedure, da cartacee ad elettroniche, non era in grado di risalire al rapporto bancario – aggiunge Canafoglia - . Gli eredi si erano rivolti allora ad un certo avvocato Jhonson che aveva l’ufficio vicino alla sede della banca. L’avvocato che si era detto disponibile a seguire il caso dietro compenso del 25% dell’importo del libretto che gli era stato consegnato. Con il legale americano gli eredi si erano recati addirittura in banca, firmando una procura all’avvocato. Ma le richieste del legale ai responsabili della banca di cercare il libretto non ebbero esito. Non solo, dopo alcuni mesi, non si ebbero più notizie neanche dell’avvocato».

Dell’intera vicenda era stata interessata anche la Federal bank che dopo un contatto con la Webster bank aveva risposto che il libretto era non rintracciabile in quanto in un’altra sede dell’istituto di credito.