Sassoferrato (Ancona), 11 giugno 2014 - I pazienti collaborano con i carabinieri ed incastrano un'impiegata infedele dell'Asur – la 24enne fabrianese J.F. - in servizio allo sportello ticket dell'ospedale di Sassoferrato che si sarebbe intascata i soldi della tariffa invece di versarli in cassa. E' stato decisivo l'aiuto degli utenti dell'ente sanitario perché il piano progettato dai militari dell'Arma coordinati dal capitano Benedetto Iurlaro andasse a segno, dopo che nei mesi scorsi era stato il direttore generale dell'Area vasta 2 dell'Asur Giovanni Stroppa a segnalare proprio ai carabinieri una serie di ammanchi.

Così, dopo una lunga fase ispettiva, nel pomeriggio di ieri, gli inquirenti sono entrati in azione chiedendo ai pazienti di pagare il ticket con le banconote precedentemente fotocopiate proprio dagli investigatori. Così al termine di una lunga giornata di visite specialistiche, i carabinieri hanno effettuato il blitz in ospedale iniziando a fermare e perquisire l'operatrice sospetta all'interno della cui borsa sono stati rinvenuti 310 composti proprio da quelle banconote con numero di serie identico ai tagli fotocopiati, ovvero l'equivalente del ticket versato da almeno nove persone. Da lì l'arresto in fragranza di reato con le accuse di peculato e falso ideologico per la donna – atttualmente ai domiciliari in attesa dell'udienza di convalida - che avrebbe reagito con grande sorpresa all'arrivo dei carabinieri in quanto mai si sarebbe aspettata un'azione di questo tipo. Medici che operano part time in ospedale e il direttore Giovanni Stroppa hanno presentato querela nei confronti della donna accusata di intascarsi i soldi a fronte del rilascio non di una vera e propria ricevuta ma di una copia delle prenotazione a cui avrebbe aggiunto a penna la cifra versata dai pazienti ma mai finita nelle casse dell'ente. Ora resta da stabilire quanti altre possano essere state le operazioni simili effettuate in passato dalla donna che, proprio a causa dell'arresto in flagranza, rischia il licenziamento diretto, ancorché si tratti di una dipendente a tempo determinato.

Alessandro Di Marco