La rinascita del Barfly

Un imprenditore interessato a riaprire lo storico locale della Baraccola. E intanto tra Mascitti e Silvestrelli dopo anni di guerra scoppia la pace

Il Barfly era un grande ritrovo per i giovani

Il Barfly era un grande ritrovo per i giovani

Ancona, 31 gennaio 2015 - Un nuovo Barfly sulle ceneri di quello chiuso nel 2009. Il sogno di Silvio Silvestrelli, titolare del marchio del noto locale della Baraccola, potrebbe diventare realtà dopo cinque anni di silenzio. Nelle scorse settimane un imprenditore di fuori regione avrebbe contattato l’ex patron del Barfly per rilevare lo storico marchio e riaprire nella stessa location di un tempo.

«Ho preso informazioni in Comune e sto preparando una relazione per l’investitore – spiega Silvestrelli – che dal canto suo si sarebbe interessato di verificare la condizione del locale e i passaggi di proprietà. Le complicazioni sono tante, ma spero davvero che il locale possa riaprire: ad Ancona il mercato ci sarebbe e chiudere in quel modo mi aveva fatto davvero male». Tra le incognite da valutare, la destinazione d’uso: «Il Comune ha ammesso la destinazione a pubblico spettacolo – dice Silvestrelli – ma a patto che venga realizzata un’area parcheggio». Un altro aspetto da valutare è la questione inerente i passaggi di proprietà: il locale dovrebbe essere passato a Medialeasing.

I giochi, però, restano aperti. La prospettiva di una nuova apertura del Barfly arriva dopo la chiusura di una saga che aveva determinato la fine del locale e quella del Neon, suo diretto concorrente: Silvestrelli sembra infatti aver seppellito l’ascia di guerra nella atavica diatriba con Domenico Mascitti, ex patron del Neon. Ieri in tribunale l’ex titolare del Barfly ha ritirato la querela nei confronti di Mascitti, che aveva denunciato nel 2009 per il depauperamento della società Rigido srl (che gestiva il Neon), di cui aveva ottenuto il sequestro. «Non è che ho seppellito l’ascia di guerra – dice Silvestrelli – ma questo signore è ormai fallito. Mi ha chiesto scusa personalmente e non ho più alcun interesse a portare avanti cause legali che sarebbero solo una perdita di denaro. Ora tra l’altro Mascitti sta portando avanti una battaglia con il Comune per la destinazione d’uso del Neon, sposando quelle che erano le mie tesi». «E’ stata una guerra che ha fatto due cadaveri – commenta dal canto suo Domenico Mascitti –. Ci sono state talmente tante questioni che è stato un massacro. Rendo merito ad un uomo che ha capito che continuare non sarebbe servito a nulla».