Giovedì 25 Aprile 2024

Salvataggio Banca Marche, avviata una nuova due diligence

L’analisi dei crediti in bonis affidata alla stessa società sfiduciata dai commissari

La sede di Banca Marche a Jesi

La sede di Banca Marche a Jesi

Jesi (Ancona), 20 gennaio 2015 - Banca Marche da salvare, prosegue l’operazione di salvataggio di sotto la regia di Banca d’Italia e del Fondo Interbancario tutela depositi. Dopo Fonspa (Nuovo Credito fondiario) sono approdati nei giorni scorsi negli uffici di Fontedamo, gli uomini della Pricewaterhouse Coopers spa (Pwc).

Hanno avviato una nuova due diligence, si tratta della stessa società che ha certificato i bilanci di Banca Marche, quella che i commissari inviati un anno e mezzo fa da Banca d’Italia avevano sfiduciato la scorsa primavera. Ma anche la stessa a cui una delle quattro Fondazioni proprietarie, Carima, proprio per la mancata rilevazione dello stato di criticità in cui si trovava BM, ha chiesto 40 milioni di euro di danni.

Nonché la stessa società chiamata in causa da oltre mille azionisti privati che hanno avviato una class action contro ex amministratori, direttore e vicedirettori, sindaci revisori oltre appunto alla società di revisione dei bilanci. I professionisti del network distribuito in 158 paesi, ora sono al lavoro di nuovo su Banca Marche.

Più esattamente sui crediti in bonis, gli impieghi per verificarne lo ‘stato di salute’. La due diligence sui crediti deteriorati (si parla di 5 miliardi) avviata da Fonspa che sta lavorando all’acquisizione del portafoglio crediti deteriorati si è invece conclusa, ma le Fondazioni proprietarie non ne conoscerebbero gli esiti.

Fonspa stesso nelle scorse settimane ha parlato di una chiusura dell’operazione «entro il primo trimestre 2015». Ad aprile scorso i commissari Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni, anche all’indomani delle prime risultanze delle indagini della Procura, avevano revocato l’incarico alla Pricewaterhouse affidandolo alla società Deloitte & Touche Spa.

Un chiaro atto di sfiducia e un segnale di rottura con il passato che resta ancora tutto da chiarire. In ogni caso il fatto che poco prima di Natale siano approdati nella direzione generale i professionisti della Pwc sembra testimoniare come l’operazione di salvataggio abbia subito un’accelerazione e come si stia prendendo in esame il secondo step: quello dell’aumento di capitale.

Sarebbe necessario almeno un miliardo di euro. A chiamare la Pwc nelle scorse settimane un fondo americano interessato a investire corposamente in Banca Marche. Non sarebbe l’unico, ma avrebbe un ruolo di primo piano, dopo l’inevitabile ridimensionamento delle Fondazioni proprietarie. La Pwc ha anche gestito la gara per rilevare il pacchetto di sofferenze della Banca Popolare di Bari. Qui si va verso la creazione di una nuova banca del Mezzogiorno. Dopo l’aumento di capitale è appena andata in porto la cessione di 400 milioni di euro di crediti non performing delle controllate Cassa di Risparmio di Teramo (Tercas) e Cassa di Risparmio di Pescara (Caripe) al fondo americano Lone Star. 

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