Il Governo non impugna la legge elettorale: salva la candidatura di Spacca

Regionali Marche: nel mirino del Consiglio dei ministri c'era il possibile terzo mandato del governatore, passato dal centrosinistra alla candidatura col centrodestra. Sulle norme incriminate ci sono "ampi margini di incertezza"

Gian Mario Spacca (Ansa)

Gian Mario Spacca (Ansa)

Ancona, 21 aprile 2015 - "In considerazione degli ampi margini tecnico-giuridici di incertezza il Consiglio dei Ministri ha deciso di non impugnare la legge elettorale della Regione  Marche". Lo rende noto un comunicato del Cdm. 

La legge è la numero 5 del 20 febbraio 2015, riguardante le "Norme per l'elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale". La questione è la possibilità o meno per un governatore di presentarsi per la terza volta consecutiva davanti agli elettori. Secondo l’articolo 122 della Costituzione questo non è possibile. Il problema è che la recente legge elettorale varata dal Consiglio regionale delle Marche stabilisce questo 'blocco', ma solo a partire dalla prossima legislatura.

In sostanza via libera al terzo mandato per Spacca. Anche dal Consiglio dei ministri, dunque. Ad avallare questa legge ci aveva pensato, nel febbraio scorso, pure il Pd, che pur di evitare uno scontro aperto con Spacca impedendogli di scendere in campo per la terza volta, semmai con la speranza che alla fine desistesse.

"La scelta fatta dal Consiglio dei Ministri di non impugnare la legge elettorale delle  Marche è una decisione saggia ed equilibrata. Testimonia la correttezza del profilo giuridico della legge regionale delle Marche che, del resto, ha contenuti analoghi a quelle molto recenti di altre Regioni, come il Veneto, per le quali non è mai stata posta la questione di legittimità. Un ringraziamento va dunque al Governo nazionale che sgombra il campo da ogni incertezza rispetto alla legittimità della procedura elettorale". Questo il commento di Spacca.

"Sulla vicenda della legge elettorale delle Marche si è affermato lo Stato di diritto. Diamo atto al Consiglio dei ministri di aver lasciato fuori dalla porta le tentazioni politiche e di aver deciso secondo giustizia, conformemente a quanto accaduto tre anni fa di fronte alla legge elettorale del Veneto, identica a quella della Marche per quanto riguarda l'aspetto in discussione e mai impugnata dal governo nazionale". Lo dice Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra.