Ancona, 4 gennaio 2010 - "Leopardi bisogna meritarselo". La critica arriva non da una qualunque, ma da Mina, la regina della musica italiana. In un editoriale nella prima pagina de La Stampa, la cantante boccia lo spot promozionale della Regione Marche con Dustin Hoffman che recita l’Infinito di Leopardi sullo sfondo dei più caratteristici paesaggi marchigiani.

 

Un’operazione promozionale che ha diviso: elogiata dal presidente onorario dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini e dal linguista e critico letterario Giorgio De Rienzo, criticata da altri. In ultimo dalla voce più importante d'Italia che di "demoralizzante performance", per la quale "sarebbe andato benissimo anche Oliver Hardy". 

 

"Sentire la nostra potente, meravigliosa lingua strapazzata dal pur bravo divo americano mi ha rigettato giù nella nostra condizione di sempiterna colonia". Secondo Mina "il mondo della pubblicità è un mondo di matti. A volte geniale, ma più spesso volgare e irrispettoso. Dustin Hoffman, from Los Angeles, sarà pure un nome che tira, ma non li avevamo noi degli attori al suo livello? E che parlano l’italiano? E che conoscono la musica dell’andamento di un’esposizione poetica".

 

Attori come "Popolizio, Fantastichini, Albertazzi", ma anche "la Proclemer e la Melato". E anche se "oltraggi ben più gravi ci assillano in questo periodo", la cantante non si rassegna e continua "a mangiare di questo pane, a incrociare su queste acque. E il naufragar m’è dolce in questo mare".

 

No comment dalla Regione Marche, che ha commissionato lo spot e che finora non ha risposto né alle lodi né alle critiche. Da ambienti dell’amministrazione, però, si fa notare che l’operazione si è dimostrata azzeccata e coraggiosa, proprio per le reazioni suscitate tra esponenti di primo piano della cultura e della società e per il fatto che ha innescato un dibattito a livello nazionale. E le incertezze di pronuncia di Dustin Hoffman, che persevera comunque nella declamazione dei versi lepardiani, sono il simbolo di un impegno ad aprirsi ad una cultura diversa.