Il legale di Tagliata: "Sparite le lettere dal carcere"

Delitto di via Crivelli, l'avvocato del 18enne: "Nessuna traccia anche di quelle inviate da casa"

Antonio Tagliata

Antonio Tagliata

Ancona, 16 gennaio 2015 - «Sparite le lettere dal carcere che Antonio Tagliata ha inviato ai suoi familiari». E’ la denuncia che arriva dall’avvocato Luca Bartolini, il difensore del 18enne che, il 7 novembre scorso, impugnò una pistola calibro 9 con la matricola abrasa per uccidere i genitori della sua fidanzata, Roberta Pierini, morta sul colpo, e Fabio Giacconi, spirato dopo 24 giorni di coma.

Secondo l’avvocato Bartolini, il giovane avrebbe scritto due volte alla sua famiglia, il 7 e l’8 dicembre, ma quelle due lettere non sarebbero mai state recapitate a casa dei suoi. Nemmeno le missive che i genitori hanno scritto ad Antonio gli sarebbero state consegnate in carcere. All’interno del carcere di massima sicurezza di Marino del Tronto, stando al suo legale, il giovane sarebbe stato bene accolto dagli altri detenuti, tutti in regime protetto: sono stati i compagni di cella a dare l’allarme quando il 18enne, il 5 gennaio, ha perso i sensi dopo aver ingerito candeggina, che aveva trovato nel bagno. Gli altri detenuti hanno sentito un tonfo e lo hanno ritrovato disteso a terra. Il giovane ha riferito di aver bevuto la varechina istigato da voci che sente nella testa da due anni e che si sono fatte più imperiose nelle ultime settimane.

«E’ in una condizione fisica e psichica molto grave – dice l’avvocato Bartolini – perché il suo equilibrio, già minato, è stato compromesso nel corso della detenzione». Ieri Tagliata ha ricevuto in carcere la visita dello psichiatra Gabriele Borsetti e di una psicologa bolognese specializzata in psicologia testistica, entrambi consulenti della difesa, che dovranno stabilire se il 18enne fosse capace di intendere e di volere il 7 novembre, quando si è presentato in via Crivelli armato fino ai denti per un chiarimento con i genitori della sua fidanzata, che si opponevano alla relazione.

I due consulenti dovranno anche stabilire se le condizioni di Antonio siano compatibili con il regime carcerario e se il ragazzo sia in grado di affrontare il processo. C’è massimo riserbo sull’esito del colloquio da parte dell’avvocato Luca Bartolini, che attende di avere in mano la relazione stilata dai due esperti. Probabilmente il risultato della visita non sarà ancora noto giovedì prossimo, quando Tagliata è stato convocato ad Ancona, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni, per un incidente probatorio chiesto dal procuratore dei minori Giovanna Lebboroni: il magistrato vuole cristallizzare il racconto del giovane, che però nei giorni scorsi ha riferito di soffrire di vuoti di memoria e di non ricordare esattamente le fasi della sparatoria.