Benvenuti nella città delle transenne

Non solo la scalinata del Passetto: zone off limits dove nessuno interviene

Ancona, le transenne in via 29 Settembre (foto Antic)

Ancona, le transenne in via 29 Settembre (foto Antic)

Ancona, 1 giugno 2016 - «E il naufragar m’è dolce in questo mare». Potrebbe essere ‘L’infinito’ di Leopardi la poesia che più si avvicina al ‘pessimismo cosmico’ che sta vivendo Ancona. Un ‘naufragar’ perché, ovunque ci si giri, si trovano transenne che delimitano parti pericolanti di muri abbattuti o in procinto di crollare definitivamente.

Assi di legno, nastri bianchi e rossi spesso scoloriti dal sole che vi ha battutto per mesi e mesi, a volte anche oltre un anno, e che lasciano quel senso di ‘dimenticanza’ e ‘accantonamento’ che ogni giorno che passa sembra essere sempre più definitivo. Tutto ciò non solo in viuzze, spesso anche importanti come quella omonima che diede il natale al poeta e scrittore Palermo Giangiacomi, ma pure lungo le strade principali come, ad esempio, via XXIX Settembre dove il marciapiede che da Porta Pia arriva fino ai primi palazzi, non è attraversabile per oltre cento metri e da circa un anno, nonostante proprio lì si trovi anche una fermata del bus e la gente sia costretta ad attenderlo in strada.

Muri pericolanti tra via Urbino e via Osimo, costeggiato quotidianamente dai bambini che vanno a seguire le lezioni nella vicina scuola Podesti. Muri pericolanti in via Tiziano, transennati con tanto di rete arancione, da oltre un anno.

Muri pericolanti e passaggi chiusi in Largo Belvedere dove i residenti, per raggiungere le proprie abitazioni, si sono ormai rassegnati ad allungare il percorso di oltre duecento metri facendosi spazio, come se non bastasse, tra le auto in sosta e le transenne che avvisano di ‘possibili cedimenti’ di un ulteriore muro.

‘Pericolo di crollo’, avvisano invece una serie di cartelli lungo via Circonvallazione, a due passi dal polmone verde del Parco della Cittadella. Ringhiere abbattute di fronte alla Banca d’Italia, in piazza Kennedy, e ‘aggiustate’ con del nastro bianco e rosso come, sempre bianco e rosso, sono i colori dei newjersey di plastica che da anni compongono la rotatoria in via Della Ricostruzione, diventata ormai famosa anche per assumere le forme più strane nei giorni di vento forte.

Una città che sembra davvero ‘naufragare’ dopo l’ennesima transenna messa anche lungo la scalinata del Passetto distrutta dalla ‘gru del Comune’. Transenne che presto troveremo anche ai piedi del monumento ai Caduti come simbolo di questi ‘lavori in corso perenni’ che di giorno in giorno si impadroniscono sempre più della città.