Tassi usurai e minacce, bancario patteggia: segnalava i correntisti in difficoltà economiche

Jesi, un pensionato e un operai invece rinviati a giudizio: processo a marzo

Un auto della Guardia di finanza (Ansa)

Un auto della Guardia di finanza (Ansa)

Jesi (Ancona), 10 novembre 2014 - Minacce di morte a un barista di Filottrano e prestiti a imprenditori e semplici cittadini con tassi usurai, fino al tremila percento. Con le accuse di concorso in usura ed estorsione, il gup di Ancona Francesca Zagoreo ha rinviato a giudizio ieri, Lido Bianchi, 79 anni, pensionato di Jesi, e suo genero Maurizio Felicetti, 51 anni, operaio della Fiat Cnh di Jesi ma residente a Filottrano.

Sono accusati e dovranno rispondere in giudizio anche di aver minacciato di morte un barista di Filottrano per il rientro da un ingente debito. Ha patteggiato invece la pena di sei mesi di reclusione, solo per il reato di favoreggiamento, Isidoro Orsini, 48enne bancario: avrebbe girato informazioni riservate proprio a Bianchi e Felicetti. In particolare informazioni sulla situazione finanziaria precaria di alcuni correntisti. Il processo si aprirà ad Ancona il 26 marzo. Le indagini e poi l'arresto a giugno del 2013 erano scaturite dall'operazione della Guardia di Finanza di Osimo e Jesi. Bianchi e Felicetti finirono agli arresti domiciliari dopo essere stati ripresi e fotografati dai finanzieri appostati a pochi metri dai luoghi in cui avveniva lo scambio di denaro.

Otto sono le parti offese indicate, ma solo tre si sono costituite parte civile in giudizio. Nel processo vengono contestati ai due imputati prestiti complessivi per 200mila euro: l'accusa sostiene che queste somme sarebbero poi lievitate in poco tempo, con tassi di restituzione saliti dal 100 per cento al 500 per cento. Gli imputati, difesi dagli avvocati Andrea Rosati e Massimo Gasparetti, sostengono invece che i prestiti non furono usurari, che in molti casi non sarebbero stati neanche restituiti e che, se vi furono contrasti con le persone offese, non riguardavano le dazioni di danaro. I difensori lamentano anche la carenza di una dettagliata ricostruzione di somme e interessi nel capo d'imputazione.

Per l'accusa sono entrambi usurai, Bianchi avrebbe avuto la regia dei prestiti con tassi alle stelle. Per gli inquirenti sono una coppia insospettabile, abili cravattai, grazie alla collaborazione del funzionario bancario. Vittime, per lo più ma non solo imprenditori del territorio, o possibili tali. Sequestrati già lanno scorso anche numerosi titoli di credito consegnati dalle vittime a garanzia dei prestiti e contante per un valore di 484mila euro. Nel luglio scorso il pm Irene Bilotta aveva anche disposto il sequestro di un locale commerciale e del conto corrente di Lido Bianchi.