Indesit, scioperano i 'colletti bianchi': bloccato il magazzino di Melano

Gli impiegati: "Non vogliamo trattative separate sul piano Whirpool, siamo qui anche per Vittorio Merloni nel giorno del suo compleanno". I vescovi marchigiani: vicini ai lavoratori FOTO Il presidio

Indesiti, il presidio degli impiegati a Fabriano (Foto Di Marco)

Indesiti, il presidio degli impiegati a Fabriano (Foto Di Marco)

Fabriano (Ancona), 30 aprile 2015 - Scioperano anche gli impiegati alla Indesit (foto). Oggi braccia incrociate per l'intera giornata e blocco del magazzino di Melano, da cui partono i piani cottura finiti.

La protesta, indetta da Fiom, Fim e Uilm, nasce dalle mancate risposte della Whirlpool sul futuro del settore impiegatizio. "Abbiamo chiesto una trattativa unitaria su piano Whirlpool per operai e impiegati - spiega Fabrizio Bassotti della Fiom -, non vogliamo trattative separate". 

"Oggi è il compleanno di Vittorio Merloni, compie 82 anni. Siamo qui anche per lui, per difendere l'azienda che lui ha creato, e che non vorrebbe veder finire così». Carla Martella, della Rsu Fiom, è una degli impiegati della Indesit di Fabriano. "Anche ieri, al tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico - spiega Martella - abbiamo sollecitato l'azienda a fare chiarezza sul nostro futuro, ma non abbiamo ottenuto risposta. Per il settore impiegatizio, ci è stato detto, il piano sarà pronto a giugno, ma noi non accettiamo una trattativa separata rispetto a quella sugli operai".

I colletti bianchi temono di essere utilizzati per completare le procedure di integrazione fra Indesit e Whirlpool (che in Italia conta già altri 1.200 impiegati circa) e poi dichiarati in esubero anche loro. Al blocco partecipano addetti agli uffici della sede centrale di Fabriano, di via del Corso e via Campo sportivo, e di Cà Maiano. La protesta è stata indetta da Fiom, Fim e Uilm dopo un'assemblea e cade in un giorno di fatturazione e chiusura contabile, alla vigilia dello stop del primo maggio. Davanti ai cancelli stazionano anche alcuni operai dello stabilimento di Albacina, che Whirlpool vorrebbe chiudere accorpando tutta la produzione a Melano, destinato a diventare un grande polo europeo dei piani cotture. Oggi le tute blu sono in cassa integrazione, sono venute a dare supporto agli impiegati.

 

I vescovi marchigiani: vicini ai lavoratori La Conferenza episcopale delle Marche è vicina ai lavoratori della Whirlpool-Indesit. "La situazione della regione è drammatica per tanti - dice monsignor Giuseppe Orlandoni, responsabile della pastorale per il lavoro della Cem -, e ora per i dipendenti della Whirlpool, che (nelle Marche ndr) rischiano di perdere circa 500 posti. Le trattative sono iniziate e le parti sociali sono al lavoro: li incoraggiamo perché si trovi una sintesi idonea al bene comune e particolarmente al bene di quelle famiglie e di quei territori interessati".

"Invitiamo gli imprenditori, di cui riconosciamo il ministero sociale, a porre al centro il bene e il bello della persona che lavora" aggiunge il presule, e "sosteniamo quanti non si lasciano tentare da una finanza che schiaccia la dignità dell'uomo. Apprezziamo la creatività propria dell'imprenditoria marchigiana che è capace di realizzare innovazione e buone prassi esportate in tutto il mondo". "I diritti di tutti - continua monsignor Orlandoni, che è vescovo di Senigallia - vanno garantiti con un'attenzione mirata verso quanti vedono compromesso il proprio futuro e quello dei propri figli. Al tempo stesso richiamiamo noi stessi, Chiese delle Marche, e i soggetti pubblici e privati interessati, a dar seguito ai doveri di giustizia e di solidarietà che emergono da queste situazioni".

"Invitiamo i laboriosi lavoratori, di cui non ci sono estranei i sacrifici e che ben conosciamo anche attraverso quanto le nostre Caritas e le nostre Parrocchie ci riferiscono, a non tirarsi indietro dentro un progetto di impresa e di territorio che li valorizzi. Invitiamo la politica ad assumere con sempre maggiore responsabilità la domanda di vita che sta dietro il bisogno di lavoro". "È sempre più necessario - seguita il vescovo - che la virtù della buona politica elevi se stessa nella tensione morale e si abbassi nella concretezza delle preoccupazioni legittime dei cittadini, anche di quelli che saranno i cittadini di domani ai quali occorre dare fiducia circa la possibilità di impegno delle proprie capacità nel territorio in cui hanno intessuto relazioni sociali e familiari significative. Invitiamo le associazioni di categoria, i sindacati e le università ad aiutare la maturazione di una cultura del lavoro e dell'impresa che siano sempre più sinonimo di autentica promozione umana". "È insieme alle nostre comunità cristiane, alle quali rinnoviamo l'invito a farsi prossime e di cui vediamo anche un'opportuna conversione verso stili di vita più sobri ed equi, che incoraggiamo i tentativi da diverse parti intrapresi per giungere a soluzioni accettabili".