Antiterrorismo, Renzi stralcia la norma che consente di frugare nei computer dei cittadini

Accorciato inoltre il periodo di conservazione delle intercettazioni telefoniche. Garante privacy: "Bene modifiche"

Il premier Matteo Renzi al computer (Ansa)

Il premier Matteo Renzi al computer (Ansa)

Roma, 26 marzo 2015 - Via le acquisizioni dei contenuti dei computer da remoto e tempi più stretti per la conservazione dei dati del traffico web. Sono queste le principali novità emerse dall'esame del decreto contro il terrorismo che questa mattina, dopo un primo confronto in Aula, è tornato all'attenzione delle commissioni Giustizia e Difesa della Camera.

In commissione è stato esaminato l'emendamento presentato da Arcangelo Sannicandro, deputato di Sel, che prevedeva la soppressione integrale del comma che autorizzava il controllo del remoto. Sulla decisione di stralciare dal decreto la norma che permetteva "l'impiego di strumenti o di programmi informatici per l'acquisizione da remoto delle comunicazioni e dei dati presenti in un sistema informatico", è stata decisiva la presa di posizione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Come è stato spiegato da fonti di palazzo Chigi, si tratta di un tema delicato e importante che riguarda diritti, privacy e sicurezza e che verrà affrontato in maniera più complessiva all'interno del provvedimento sulle intercettazioni già in esame in commissione.

Intanto i rilievi del Garante della Privacy su una norma del decreto antiterrorismo sono stati recepiti dalle Commissioni Giustizia e Difesa della Camera, alle quali l'Aula aveva stamani rinviato brevemente. La modifica accolta dalle Commissione e portata ora in Aula accorcia il periodo in cui i dati delle intercettazioni telefoniche e informatiche devono essere conservati dall'operatore. Il precedente testo approvato dalle Commissione e approdato ieri in Aula, che aveva sollevato le "perplessità" del Garante, prevedeva che "i dati relativi al traffico telefonico sono conservati dal fornitore per ventiquattro mesi dalla data della comunicazione, per finalità di accertamento e repressione di reati", così come "i dati relativi al traffico telematico" e "i dati relativi alle chiamate senza risposta". Il nuovo testo portato stamani in Aula (che dovrà ora confermarlo) stabilisce che "esclusivamente" per le indagini sui reati di terrorismo, "i dati relativi al traffico telefonico effettuato a decorrere" dall'entrata in vigore del decreto "sono conservati dal fornitore fino al 31 dicembre 2016 per accertamento e repressione dei reati". Stessi criteri per la conservazione dei dati del traffico telematico e dai dati relativi alle chiamate senza risposta.

"Meritano apprezzamento le modifiche apportate questa mattina, in commissione, al Dl antiterrorismo. Lo stralcio della norma sulle intercettazioni da remoto consentirà un supplemento di riflessione, quanto mai necessario quando sono in gioco libertà e diritti fondamentali", ha detto il presidente dell'Autorità garante per la privacy, Antonello Soro.