Amante del marito picchiata e derubata, donna a giudizio con i familiari

Il raid punitivo in un ambulatorio nell’aprile di due anni fa

Donna aggredita (foto d’archivio, Ravaglia)

Donna aggredita (foto d’archivio, Ravaglia)

Ascoli, 31 maggio 2016 - Il Gup del tribunale di Ascoli ha disposto il rinvio a giudizio per la moglie di un medico e i suoi fratelli. L’accusa è di aver aggredito e derubato un’assistente di 30 anni impiegata nell’ambulatorio del marito, un veterinario ascolano.

La donna, dopo aver scoperto che tra i due c’era una relazione segreta, non ha resistito e si è scagliata contro la trentenne, in compagnia del fratello e della sorella.

Per di più, nell’occasione, avrebbero sottratto alla giovane dottoressa l’Ipad e l’Iphone che aveva in borsa. L’episodio risale ad aprile del 2014 ed è avvenuto proprio nell’ambulatorio veterinario. Secondo la ricostruzione fornita dalla vittima dell’aggressione, i tre l’avrebbero rinchiusa in uno stanzino e poi l’avrebbero picchiata, strappandole inoltre di mano la borsa all’interno della quale c’erano gli apparecchi elettronici. Secondo le ipotesi della procura, la moglie del medico, suo fratello e sua sorella hanno prima iniziato a tirarle i capelli, poi l’hanno scagliata con violenza contro un armadio e quindi l’hanno colpita più volte con calci e pugni provocandole lesioni giudicate guaribili in dieci giorni.

Ma la cosa non è finita lì. Sempre all’interno dell’ufficio, i tre avrebbero preso alcuni libri di medicina veterinaria di proprietà della giovane dottoressa e li avrebbero gettati nell’immondizia, versandoci poi sopra un flacone di liquido idraulico. L’assistente veterinaria, difesa dall’avvocato Mauro Gionni, si è costituita parte civile nel procedimento durante il quale i tre imputati dovranno rispondere dei reati di rapina, lesioni, violenza privata, danneggiamento e ingiuria: perché oltre a picchiarla, a chiuderla in uno stanzino e a rubarle telefono e tablet, i tre nel frattempo le avrebbero rivolto una serie di insulti, apostrofandola con aggettivi di vario genere per rimproverarla di essere l’amante del «capo».

Il medico titolare dell’ambulatorio, durante le prime fasi di indagini non avrebbe negato la relazione con l’assistente, di parecchi anni più giovane di lui. La moglie e i fratelli vennero trovati in possesso dell’Iphone e dell’ Ipad, rintracciati grazie ai dispositivi interni di localizzazione. L’inizio del processo a carico dei tre, difesi dagli avvocati Nazario Agostini e Grazia Occhiochiuso, è stato fissato al 25 gennaio.