Lapadula: «Nulla contro Ascoli, il Picchio e i suoi tifosi. E, a dirla tutta, vado matto per le olive»

L’attaccante del Pescara: «E’ chiaro che mi senta legato al Teramo, ma su di me circolano tante storie non vere»

L’attaccante del Pescara, ex Teramo, Lapadula

L’attaccante del Pescara, ex Teramo, Lapadula

Ascoli, 8 ottobre 2015 - Gianluca Lapadula. Basta il nome per scatenare, come minimo, il mal di pancia dei tifosi dell’Ascoli. Il giocatore domenica sera scenderà in campo al Del Duca con la maglia del Pescara e, molto probabilmente, sarà sommerso di fischi (e insulti). La sua colpa? Essere stato una bandiera del Teramo, aver festeggiato in modo beffardo (per gli ascolani) la promozione in B (poi revocata) e non aver mai preso le distanze dai suoi ex dirigenti. Il Carlino, in un esperimento estremo, vuole tentare di renderlo meno antipatico alla piazza picena.

Partiamo dalle note dolenti: la foto con il vassoio di olive a forma di B. Sia sincero, è vera o è un fotomontaggio?

«E’ vera, l’abbiamo scattata alla fine della scorsa stagione ma non voleva assolutamente essere un’offesa ai tifosi bianconeri o alla città di Ascoli. E’ stata una foto goliardica per la rivalità sportiva dello scorso torneo. Non sono un tipo che crea tensioni, sono molto tranquillo e non ho motivo di accanirmi contro una tifoseria che non mi ha fatto nulla. Anzi, preciso che non ho mai commentato quella foto con insulti agli ascolani come è stato erroneamente sostenuto da qualcuno».

Ma insomma, queste olive le piacciono o no?

«Ma certo (ride ndr)! E a chi non piacciono?».

Tra olive e arrosticini?

«Dico arrosticini ma non perché sono due anni che gioco in Abruzzo: ero un divoratore anche prima. Però ribadisco: le olive ascolane restano uniche in tutta Italia».

Capitolo Teramo, la vostra annata fu strepitosa ma è stato accertato che qualcuno abbia cercato di alterare il risultato della penultima partita. Lei che idea si è fatto?

«Io so solo che in campionato abbiamo strameritato, collezionando tutti i record che si potevano collezionare. Riguardo la combine, per quanto mi riguarda non ho mai partecipato a cose del genere in vita mia e non mi piace nemmeno scommettere. Per me conta lavorare in campo, questo è il mio mestiere. Stop».

Come Campitelli anche lei pensa che gli ambienti ascolani, stampa inclusa, abbiano influenzato il lavoro dei giudici?

«Io credo che la stampa di Ascoli abbia fatto solo il suo lavoro e cioè riportare le notizie».

Domenica il Del Duca: che accoglienza e che gara si aspetta?

«Forse i fischi che mi arriveranno saranno per via del mio rifiuto, in passato, di venire ad Ascoli. In proposito posso dire che nell’estate 2014 saltò tutto perché l’offerta, purtroppo, era inaccettabile. A gennaio invece ho deciso io di rimanere a Teramo per riconoscenza verso il club. La gara comunque sarà combattuta, tra due squadre con due ottimi tecnici. Sarà un piacere rivedere Petrone e salutare lui e Arpili, due professionisti preparatissimi».