Mercoledì 24 Aprile 2024

Il presidente Francesco Bellini: «Abbiamo costruito tutto in un solo anno, ora spicchiamo il volo»

Intervista esclusiva del Carlino al patron dell’Ascoli Picchio tra mercato e futuro

Il patron Bellini con la  prima  edizione del Carlino del 20 marzo 1885

Il patron Bellini con la prima edizione del Carlino del 20 marzo 1885

Ascoli, 1 febbraio 2015 - Il presidente Francesco Bellini ha aperto la sua casa al Carlino. L’abitazione di Santa Maria a Corte è la vecchia casa del nonno ristrutturata con grande gusto mantenendo il carattere della vecchia abitazione colonica. Se non fosse per il bellissimo panorama che si vede dalle finestre e che mostra la valle del Tronto fino al mare, sembrerebbe davvero di stare in Toscana. Un’oasi di pace, un rifugio dallo stress rispetto alla villa in Canada o al più caotico appartamento in Piazza del Popolo. A fare gli onori di casa è stata la signora Marisa con il consueto sorriso che ormai la accompagna da quel lontano 6 febbraio 2014.

Presidente Bellini qual é il bilancio di questo anno bianconero?

«Tra pochi giorni arriverà il primo anniversario dell’Ascoli Picchio. Sembra passato un secolo, ma in realtà è solo un anno. Il bilancio è decisamente positivo e devo ringraziare tutti coloro che hanno messo il cuore in questa avventura».

La mossa giusta quale è stata?

«Quella di affidarmi a Gianni Lovato. Lo conoscevo e di lui ho apprezzato subito l’onestà. Conosceva il calcio come giornalista e tanti mi dicevano che dovevo fare altre scelte, ma io so bene che l’onestà paga. Ho dato a Gianni tutta la mia fiducia, anche in questa sessione di mercato aveva tutte le disponibilità».

Il budget fissato inizialmente è stato rispettato?

«Abbiamo sforato di circa mezzo milione, ma siamo primi e ci può stare. Abbiamo dato un tetto agli ingaggi e non abbiamo fatto spese pazze per un campione che poi guadagna il triplo degli altri e ti rovina lo spogliatoio. Abbiamo pensato di più all’equilibrio interno, come succede nelle mie aziende dove non c’è una impostazione piramidale, ma dove si è tutti sullo stesso piano».

Questa squadra può davvero puntare alla B?

«Ci proveremo. Di sicuro ci siamo accorti che eravamo troppo giovani e non avevamo carattere nei momenti di difficoltà. Ora con gli arrivi di Grassi, Nardini e Tripoli, che sono forti e hanno anche esperienza, abbiamo un gruppo più agguerrito e pronto a giocarsi le sue chance. Abbiamo due squadre che potrebbero giocare e vincere alla stessa maniera».

Un problema per Petrone?

«Credo di sì, dovrà scegliere chi far giocare, chi mandare in panchina e chi addirittura in tribuna. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e non avremo rimpianti».

Teme le altre contendenti?

«Certo. Si sono tutte rinforzate, come è giusto, ma ci siamo rinforzati anche noi. La punta? Non arriverà perchè io credo tanto in Perez e Altinier. Avevamo contattato Di Carmine, ce lo avrebbero dato in cambio di soldi e Perez. Ma io Perez non lo vendo così come Altinier. Ci è mancata l’esperienza e ora abbiamo anche quella».

Con mister Petrone come va?

«Sono molto soddisfatto del suo lavoro. Petrone ha un carattere forte, ma anche io sono uno deciso e chi mi delude non ha una seconda chance: chiudo definitivamente il rapporto e questo vale anche per la mie aziende. Lui è duro con i suoi ragazzi, è il fratello maggiore che li sprona, io sono il papà pronto a dare fiducia e coraggio».

Classifica lusinghiera?

«Siamo primi, il nostro è un progetto di tre anni, ma di certo se non avessimo perso tanti punti per strada potevamo averne almeno cinque o sei in più».

Le è piaciuta la risposta delle aziende in termini di sponsor?

«E’ stata importante anche se alcune, in particolare le più grandi, non le abbiamo ancora in squadra, ma il prossimo anno mi muoverò personalmente».

Il prossimo anno in serie B?

«Certo, lì tra contributi della Lega, sponsor e incassi posso fare il budget con 4-5 milioni in più, che reinvestiremo per la squadra puntando tanto sui giovani. Di certo non ci fermeremo».