Combine, il sindaco di Teramo in cortocircuito: "Chi ha sbagliato paghi"

Brucchi chiede la sospensione del campionato, attacca l’Ascoli e invoca giustizia: "Se qualcuno ha provato a comprare la partita va punito severamente". Ma quel ‘qualcuno’, secondo i giudici, è anche Campitelli

Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo

Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo

Ascoli Piceno, 3 settembre 2015 – A Teramo non riescono a farsene una ragione. Sentite il sindaco Maurizio Brucchi: «Il campionato va sospeso. Se qualcuno ha provato a combinare la partita va punito e anche severamente. Ma l’eventuale presunto coinvolgimento di altri, senza prove, su indizi peraltro non concordanti, non può condannare una squadra, una città, un popolo». Ebbene, la risposta che Brucchi cerca non è lontanissima: è nelle sentenze della giustizia sportiva, emesse in primo e secondo grado.

Quel qualcuno che ha provato a combinare Savona-Teramo, lo dicono i giudici (non i giornalisti o Bellini), è Luciano Campitelli, presidente del club abruzzese.

E, a dirla tutta, nessuno ha condannato la città e il popolo teramani, sicuramente vittime incolpevoli di un illecito gravissimo che li ha privati di una gioia grande come la prima promozione in B.

Il primo cittadino aprutino, però, continua la sua crociata e, dopo la revoca della serie B, scrive agli organi calcistici nazionali. «Senza se e senza ma, Teramo ha vinto sul campo. Mentre altre squadre vincevano troppe volte in ‘zona Cesarini’ il Teramo macinava gioco e punti. Teramo ha battuto le sue rivali sul campo, mentre le rivali hanno dimostrato di essere più brave con le carte bollate».

«Lo ha detto anche il Coni – aggiunge il sindaco –: anche nella giustizia sportiva ci vogliono prove». Tornando a definire «aberrante e contraddittoria» la sentenza di secondo grado, Brucchi ha criticato la mancata pubblicazione delle motivazioni che avrebbero dovuto seguire il dispositivo: «Non ce n’è traccia. Vorrà dire qualcosa? Non lo so ma io, da amministratore onesto, serio e puntuale, che tutti i giorni si confronta con la dura realtà quotidiana – spiega Brucchi – mi sarei aspettato che subito ci rendessero edotti delle colpe e delle responsabilità dei nostri presidenti, direttori sportivi, giocatori. Questo non è avvenuto, tanto da rendere quasi impossibile il ricorso alla Corte di giustizia sportiva del Coni».

Anche su questo Brucchi dovrebbe sapere che le motivazioni dei procedimenti sportivi escono da quattro-cinque ai venti-venticinque giorni dopo le sentenze. Sempre. Brucchi nella sua lettera annuncia che «L’ufficio legale del Comune di Teramo (ed ogni avvocato teramano che lo vorrà fare) monitorerà tutte le sentenze in materia di illecito sportivo per verificare se, in casi analoghi, soggetti deferiti, magari di serie A, saranno valutati con lo stesso severissimo metro di giudizio dagli organi di giustizia sportiva». Contento lui.