Un Ascoli inguardabile sprofonda a Vercelli / FOTO

Brutta sconfitta nello scontro salvezza. Contestazioni dei tifosi del Picchio in trasferta

Castiglie, autore del primo gol del Vercelli contro l'Ascoli (Foto Lapresse)

Castiglie, autore del primo gol del Vercelli contro l'Ascoli (Foto Lapresse)

Ascoli, 27 gennaio 2018 - Perdere giocando peggio di un avversario che ha giocato male. E farlo meritatamente nella partita probabilmente più importante della stagione, almeno finora. E' questo il responso che, dal Silvio Piola di Vercelli, taglia le gambe ad un Ascoli giustamente all'ultimo posto della classifica (FOTO).  Cosmi riprova il 3-4-1-2 del finale di partita contro il Cittadella, ma stavolta ha qualche soluzione in più in panchina per provare, nel caso, a riequilibrare la sua squadra. Lores Varela si posiziona dietro a Monachello e Ganz con Addae che torna al centro della difesa. E' Bianchi a fare il mediano al fianco di Buzzegoli. Le squadre che scendono in campo vantano un record “zampariniano”: hanno già conosciuto, nonostante siamo solo alla seconda di ritorno, la parola “esonero” per ben 4 volte complessive, così Grassadonia rimette piede sulla panca del Piola e opta per un 3-5-2 che lascia fare la partita in tutto e per tutto ai bianconeri. Vives e Lores Varela quasi si fidanzano, tanto ballano e si annullano attaccati in mezzo al prato. Così di calcio vero, nonostante il sintetico, se ne vede poco. La “Pro” sfrutta soprattutto i ribaltamenti coast to coast, unica arma a sua disposizione considerato che dalle parti del “Gigi” ghanese non si passa né per terra, né per mare, né per aria. Insomma, i padroni di casa invitano gli ospiti: “Fate pure, se volete”, sapendo che lasciare il pallino del gioco al Picchio consente alla Pro di lavorare meno e puntare più sull'assalto al fronte scoperto.  Il problema, e grosso, dell'Ascoli, è che probabilmente non ha ancora capito che in campionato stia giocando. Lores Varela non accende mai, mai, mai la luce, Monachello a un passo dalla porta del sangiorgese d'adozione Pigliacelli mette il piede ma non la garra che serve ad un attaccante di una squadra che deve risollevarsi dalla melma, sciupando la più grande occasione da gol dei piceni al 16'. Peggio fa Martinho, dopo un paio di squilli piemontesi di Raicevic e Germano: con tutta la contraerea ospite nell'area avversaria per una palla inattiva pensa sia il caso di respingere il pallone in uscita con un tocchetto da calcio bailado. Corto, nocivo, tremendamente sbagliato. Perché la risultante è un contropiede micidiale in cui salgono praticamente tutti quelli della Pro, parenti fino al secondo grado inclusi, arrivando dalle parti di Lanni. Rimpallo qua, tentativo di miracolo in scivolata di Addae là, Castiglia approfitta di un mezzo rimpallo, ringrazia per il regalo e porta in vantaggio i suoi andando ad abbracciare, insieme a tutto il resto della squadra, mister Grassadonia. E' tutto in quest'azione il primo tempo, che termina con un drammatico provvisorio -5 dalla zona salvezza e coi cori di contestazione degli ultras ascolani nei confronti della squadra, per la prima volta chiamata a tirare fuori gli attributi dall'inizio della stagione. Ah, ci sarebbe da discutere della prestazione di Ganz (un solo tiro in porta, peraltro brutto, frettoloso, inutile da quella posizione), che dovrebbe spostare gli equilibri della lotta salvezza, ma è bene attendere prima di “bocciare” uno di quelli che, secondo molti, sarà il salvatore della sciagurata (finora) stagione bianconera. Tutto, insomma, è in mano al discorso del “tè caldo” di Serse Cosmi nell'intervallo. Neanche due giri di orologio e Martinho prova a farsi perdonare, ma il suo sinistro termina di poco a lato. Qualche istante e Ganz chiama Pigliacelli al miracolo su incornata: il fuorigioco sbandierato vanifica quello che in gergo sportivo non ha altro nome all'infuori di “miracolo”. Di sicuro il piglio dei “bianconeri in arancio” è diverso e il “Calma! Calma! Calma!” urlato dal condottiero perugino che rimbomba fino a fuori regione è senza dubbio la dimostrazione di quanto Cosmi sia in difficoltà nel far capire ai suoi la ricetta della felicità. Ci prova anche Buzzegoli dalla distanza, vista la “Maginot” creata da Grassadonia: ancora Pigliacelli in corner.  Ora, prendetevi un secondo per ragionare sul rigore richiesto per fallo su Monachello nell'area della Pro: l'attaccante calcia mentre Vives gli sfila la palla. Si allacciano, in pratica. Un po' quello che è accaduto, anche se in posizione del corpo leggermente differenti, tra Mogos e Settembrini in Ascoli-Cittadella. Era rigore generoso quello? Allora era rigore anche stavolta. Era azione regolare quella? E allora è azione regolare anche stavolta. In entrambi i casi, ci ha rimesso l'Ascoli.  L'azione innesca il tasto “off” alla partita del Picchio, che sembra solo attendere il gol del 2-0 per chiudere le valige e tornare nel Piceno. Gol che arriva puntuale con Bifulco, appena entrato. Gol che consegna alla Pro tre, importantissimi punti e ai bianconeri di Cosmi la giusta contestazione, la prima, dei suoi tifosi al seguito. Questa squadra, con questa condotta, va dritta in serie C. E se non cambia registro, lo farà meritatamente. PRO VERCELLI (3-5-2): Pigliacelli; Alcibiade, Bergamelli, Gozzi; Ghiglione, Germano, Vives, Castiglia (67' Pugliese), Mammarella (80' Berra); Morra, Raicevic (82' Bifulco). A disp.: Gilardi, Gatto, Da Silva, Della Morte, Jidayi, Marcone, Sangiorgi, Gerbi. All. Grassadonia  ASCOLI (3-4-1-2): Lanni; Padella, Addae, Gigliotti; Mogos, Buzzegoli (82' D'Urso), Bianchi, Martinho (70' Baldini); Lores Varela; Monachello, Ganz (53' Rosseti). A disposizione: Ragni, Venditti, Mengoni, De Santis, Florio, Pinto, Parlati, Castellano, Carpani. All. Cosmi  ARBITRO: Ghersini di Genova (Muto, Rossi; Colombo)  RETI: 25' Castiglia, 93' Bifulco (P)  NOTE: recupero 1'+5'. Ammoniti Castiglia, Alcibiade (P) per gioco scorretto, Monachello (A) per comportamento non regolamentare.

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