Chalet all’asta: "Siamo nelle mani del Governo, tutele per gli attuali operatori"

Giro tra i concessionari di spiaggia di San Benedetto, regna comunque l’ottimisimo dopo la bocciatura delle proroga per le concessioni balneari al 2020

Gli oltre cento stabilimenti balneari della riviera aspettano buone nuove dal governo italiano

Gli oltre cento stabilimenti balneari della riviera aspettano buone nuove dal governo italiano

San Benedetto (Ascoli), 16 luglio 2016 - Se Giuseppe Ricci, presidente dell’Itb Italia, pretende che i parlamentari nazionali e regionali avallino la doppia proposta, la sdemanializzazione degli chalet o la concessione di un diritto di superficie pluriennale con possibilità di riscatto, aggiungendo la sorta di minaccia «di scendere in piazza e andare a Montecitorio, per tutelare i sacrifici di oltre 30.00 imprese balneari», i ‘colleghi’ sono ancora fiduciosi che tutto possa essere dribblato. Intanto Sergio Pizzolante, il relatore del decreto legge ha depositato un emendamento, che sarà votato lunedì, in cui proroga la validità delle concessioni demaniali delle spiagge: «Conservano validità i rapporti già instaurati e pendenti». «Poiché sono convinto che la sentenza della Corte di giustizia europea innescherà 35.000 ricorsi – è l’esordio di Dario Gabrielli, titolare dello chalet ‘Club 23’ – e aggiungendo che l’Unione Europea da una parte sollecita il Governo italiano a fare qualcosa per impedire le aste pubbliche e dall’altra conferma il principio di salvaguardare le piccole imprese familiari, quindi la gestione degli stabilimenti balneari come accade nella stragrande percentuale a San Benedetto, a mio avviso la conclusione sarà quella di un’ulteriore proroga».

Per Francesca Rossi Bollettini, presidente dell’Assobalneari Marche ed esponente di spicco della Federturismo Confindustria, «la sentenza della Corte europea di giustizia, a parte il fatto che ce l’aspettavamo, non è di netta chiusura, anzi. Da ampio spazio al Governo e ai giudici italiani di invertire la rotta, considerando, credo, le difformità a livello europeo. Vale a dire che la Spagna e il Portogallo, nostri competitors hanno ottenuto quello che è stato negato all’Italia. Comunque – è la primizia della signora Rossi Bollettini – mercoledì o giovedì della settimana entrante avremo un incontro – confronto con il ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa e, in quell’occasione, ribadiremo che è doveroso che il Governo rimetta mano alla questione concessioni demaniali, per tutelare più di 30.000 imprese balneari».

Dulcis in fundo il presidente provinciale della Confesercenti Turismo, Sandro Assenti. «So per certo che il Governo sta lavorando per una mini proroga, prendendo atto che la procedura delle aste ad evidenza pubblica sarà si accettata ma dopo aver posto in essere, con una norma attuativa, i diritti maturati dagli attuali concessionari di spiaggia. In primis, la professionalità acquisita in tanti anni di lavoro, poi gli investimenti fatti ed infine le prospettive progettuali con l’aggiunta del livello occupazionale. Dovranno valere come punteggio e ciò – la conclusione di Assenti – avvantaggerà i vecchi imprenditori balneari». Come successo in Spagna e Portogallo. Qui i rispettivi governi sono riusciti a tutelare i precedenti concessionari con normative che hanno garantito un rinnovo trentennale della concessione (Spagna) e il diritto di prelazione (Portogallo), al contrario dell’Italia dove ancora esiste il rischio di scomparsa degli stabilimenti balneari.