Ancona, 10 luglio 2010 - "Inattendibili". Così i giudici del tribunale del riesame di Ancona hanno considerato le accuse di Rossella Goffo, la funzionaria della Prefettura di Ancona scomparsa, nei confronti di A. B., il tecnico quarantunenne della Questura ascolana indagato per l’omicidio della donna, di aver subìto un tentativo di soffocamento da parte dell’uomo, da cui diceva anche di aver avuto una figlia, in realtà mai nata.

 

Il giallo della funzionaria - 47 anni, un marito, due figli e una relazione extraconiugale con B. - svanita nel nulla fra il 4 e il 5 maggio scorso, si trova quindi a un vicolo cieco. Il Riesame (presidente Rosario Lionello Rossino, giudici Francesca De Palma ed Enrico Zampetti) ha accolto il ricorso del difensore di B., l’avvocato Nazario Agostini, annullando i decreti di perquisizione a carico dell’indagato, i sequestri e la convalida dei sequestri della pistola d’ordinanza e di due punte di trapano, ordinando l’immediata restituzione del materiale (l’arma per competenza al comandante di B.).

 

"Non è emersa - scrivono i giudici - non solo l’attribuibilità a B. dell’omicidio, ma neppure la sussistenza stessa del fatto", mentre la Goffo appare "poco credibile" quando sostenne che il 12 febbraio del 2009 B. tentò di ucciderla penetrando in casa sua ad Ancona, con guanti, nastro adesivo e un panno intriso di etere e aggredendola alle spalle. Tutto inventato, secondo i giudici, così come la confidenza fatta ad alcune amiche, ma anche a un agente della polizia postale, di non voler denunciare l’amante per "salvaguardare la nostra bambina". Una bambina fantasma, con tanto di fotografia della figlia di un’amica spacciata per autentica.

 

Una circostanza, quella della falsa gravidanza della funzionaria, divenuta pubblica solo oggi (il marito, Roberto Girardi, un medico pediatra del Trevigino parlò di un’interruzione di gravidanza). Ma le sorprese non finiscono qui. Dagli allegati, trasmessi con vari omissis dalla procura al Tribunale del Riesame Agostini ha "intuito che vi fosse una richiesta del pm per l’emissione di una misura cautelare personale" a carico del tecnico, non si sa se non formalizzata o non accolta. "Non avevo alcun motivo per uccidere Rossella, e non sono mai entrato a casa sua" sostiene da sempre B., che pure, ha accertato la procura, il 12 febbraio 2009, due giorni dopo aver denunciato la Goffo per stalking, si trovava ad Ancona. "Per lei provo solo una sincera pena".

 

Per il difensore le conclusioni del Riesame sono "un successo, un’attestazione importante in tema di diritti di libertà, che sono l’essenza del diritto penale stesso. Alla luce del pronunciamento - aggiunge - confermiamo comunque la piena disponibilità a collaborare con il pm Irene Bilotta nella ricerca della verità, che a questo punto non che passare da una richiesta di archiviazione definitiva per B.". Intanto di Rossella non c’è traccia, il cadavere non si trova e le ricerche, concentrate nell’Ascolano, fino a questo momento hanno girato a vuoto.