San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) - "La diffusione del punteruolo rosso nel nostro territorio crea problemi ambientali ed economici, sia per le difficoltà causate alle attività vivaistiche presenti nelle Marche, che producono e commercializzano diverse specie di palmizi, sia per i possibili riflessi negativi sull’attrattività turistica. Il lungomare di San Benedetto del Tronto, che prende il nome di Riviera delle Palme, così come altre località litoranee del territorio, si caratterizzano infatti per la bellezza del rilevante patrimonio floristico presente. Per questo, aspettando che Roma faccia la sua parte, abbiamo approvato un vero e proprio piano d’azione che coinvolge Regione, Assam, ed enti locali". Così Paolo Petrini, vice presidente e assessore all’Agricoltura, commentando l’atto da lui proposto e approvato oggi dal governo regionale.

 

La lotta al cosiddetto punteruolo rosso della palma - Rhynchophorus ferrugineus (Oliver), il nome scientifico - dunque, nel territorio marchigiano diventa ora obbligatoria. Il coleottero, dannoso per molte specie di palma, è originario dell’Asia meridionale, di lì si è nel tempo diffuso in Medio Oriente, Nord Africa, Australia, Europa. Dal 2005 sono, poi, cominciate le segnalazioni anche in Italia e nelle Marche. Il Servizio fitosanitario regionale - i cui compiti sono stati assegnati all’Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare nelle Marche (Assam) - sin dal 2007 ha segnalato la presenza dell’insetto in una zona della Provincia di Ascoli Piceno. Successivamente il monitoraggio è proseguito, individuando le aree infestate e le piante attaccate, prescrivendone l’abbattimento o le misure equivalenti alternative.
Con una prima deliberazione, la Giunta regionale, nel 2007 ha stabilito le misure fitosanitarie per il controllo e l’eliminazione del punteruolo rosso della palma. Misure poi integrate da un successivo atto, sempre della Giunta, del 2009. A seguito di quest’ultimo provvedimento, l’Assam, in collaborazione con la Provincia di Ascoli Piceno, i comuni interessati e l’Università politecnica delle Marche, ha stipulato un protocollo d’intesa per la realizzazione di attività tecnico sperimentali per verificare la praticabilità di interventi alternativi all’abbattimento.

 

Si è così giunti ad un metodo di lotta integrato, basato sia su specifiche tecniche di potatura, sia sull’uso di prodotti chimici o biologici.
Sperimentazioni analoghe si sono avute in altri paesi europei e, alla luce dei risultati positivi riscontrati, la Commissione europea, nell’agosto di quest’anno, ha modificato le prescrizioni fitosanitarie d’emergenza. La nuova decisione della Commissione 2010/467/UE dovrebbe essere recepita da un decreto ministeriale che non è stato ancora emanato, così come non è stato ancora predisposto un piano nazionale al riguardo. L’urgenza di provvedere ha portato però la Giunta regionale, in attesa dei dovuti passi da parte del Governo nazionale, a predisporre un proprio piano regionale, supportato da norme d’attuazione della decisione europea stessa.
Per l’implementazione delle azioni previste dal piano regionale e per la stipula delle convenzioni con gli enti locali coinvolti, sono stati stanziati 200mila euro.