Ascoli Piceno, 20 aprile 2011 - È ARRIVATO anche Giulio Golia de Le Iene di Italia Uno (servizio in onda stasera) per dare voce alla protesta di Maurizio Brandi, titolare della Ecocentro Piceno, contro le nuove modalità operative introdotte dal Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) voluto dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo.

L’azienda di Brandi si occupa infatti dello smaltimento di rifiuti elettronici, computer, cavi elettrici e neon (per quest’ultimo prodotto ha l’appalto esclusivo per le Marche e la zona di Teramo). Un’attività che si è fatta conoscere in questi anni per la sua peculiarità e professionalità, ma che sta vivendo delle serie difficoltà a causa dei cambiamenti che il Sistri sta portando nello svolgimento del lavoro di smaltimento dei rifiuti.

Brandi, qual è il nocciolo della questione?
"Abbiamo cominciato a far sentire la nostra voce contro questo sistema che si sta istituendo e che, nonostante le parole del Ministro che ci rassicuravano sulla sua convenienza, per noi si sta dimostrando complicato e dispendioso".


In cosa consiste?
"Sostanzialmente con il Sistri si introduce una tracciabilità dei rifiuti attraverso dei kit satellitari da montare sui mezzi che effettuano il trasporto. Al posto dei documenti cartacei, dunque, sono state inserite delle chiavi usb che permettono al ministero di avere tutta la situazione sotto controllo: quando si parte dall’azienda, infatti, si caricano i dati del percorso, poi si arriva al punto dove si raccolgono i rifiuti e anche lì bisogna fare lo stesso procedimento sul pc del cliente, produrre uno stampato cartaceo e infine, una volta tornati in azienda, scaricare di nuovi tutti i dati in Rete".


E dov’è il problema?
"Il problema sta nel fatto che troppo spesso queste chiavi usb non funzionano. Quindi, se noi ci rechiamo da un cliente, anche a centinaia di chilometri di distanza, corriamo il rischio di non poter effettuare l’operazione e di dover tornare a casa senza aver fatto il lavoro. Oltre al fatto che l’acquisto di kit e chiavi usb è stato tutto a nostre spese, come pure il corso complicatissimo per cercare di capire il funzionamento di tutto il sistema, c’è un dispendio di tempo e risorse notevole".


Niente risparmio, dunque?
"Tutt’altro. Inoltre, noi abbiamo dovuto ritirare le chiavi usb alla Camera di Commercio di Ancona, con ogni singolo mezzo obbligato ad andare nel capoluogo. Poi, sembra che annualmente dovremo anche versare un contributo, non ancora quantificato anche visto che questo sistema è stato per l’ennesima volta rinviato, forse a giugno. Sempre in relazione alle spese, in questo modo cresce il carico di lavoro e quindi una piccola azienda come la mia sarà comunque costretta ad aumentare la spesa per il personale perché qualcuno dovrà occuparsi di questi aspetti a tempo pieno".


Un problema che, come afferma Brandi, "coinvolgerà 60mila aziende, delle quali solo una metà si sono già attivate" e che "invece di aiutare chi lavora bene mette i bastoni tra le ruote alle aziende oneste e in regola": chissà che Ascoli non diventi l’epicentro di questa protesta.