Ascoli Piceno, 27 aprile 2011 – Elementi sono emersi dall’esame dei tabulati telefonici nel caso dell’omicidio di Carmela Rea, detta Melania, uccisa probabilmente a Ripe di Civitella del Tronto (Teramo), forse gia’ nella serata di lunedi’ 18 aprile. Il marito della vittima, caporalmaggiore e istruttore dell’Esercito Salvatore Parolisi, fa infatti dal suo cellulare, alle 15,20 di lunedi’ pomeriggio, una telefonata alla moglie per rintracciarla dopo che lei si era allontanata dal parco giochi a Colle S.Marco (Ascoli), per andare in bagno in un ristorante del locale pianoro.

La donna, secondo la ricostruzione fatta dal marito stesso e in parte confermata dal gestore di un chiosco bar molto vicino alla zona in cui Melania, assieme al marito e alla figlia di 18 mesi stavano giocando, si era allontanata intorno alle 14,30 e da allora non si e’ piu’ vista. Ecco allora che il coniuge la chiama circa 50 minuti dopo, e secondo i tabulati telefonici, il portatile della moglie aggancia la chiamata - senza pero’ rispondere - proprio da un cella di Ripe di Civitella (così sembrerebbe), 600 metri piu’ in alto, e a 10 chilometri di distanza, verso sud, gia’ oltre il confine marchigiano che si trova a meta’ strada, a Colle S.Giacomo, sempre sulla Montagna dei Fiori. Insomma potrebbe essere che la donna uccisa con 35 coltellate si trovasse gia’ sul luogo dove e’ stata trovata, massacrata da uno sconosciuto, gia’ meno di un ora dopo la sua scomparsa.

Tuttavia, la cella telefonica di Colle San Marco è la stessa di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) e quindi non è particolarmente utile per ricostruire gli spostamenti di Carmela Melania Rea nelle ore successive alla scomparsa. "Di fatto - spiega  il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli  Alessandro Patrizio - tutto quello che possiamo dire è che Melania si è mossa in un’area con un diametro di una ventina di chilometri". Lo stesso si può dire per gli eventuali spostamenti del marito. Più utile ai fini delle indagini, sempre secondo il colonnello Patrizio, saràl’analisi del traffico telefonico.


Gli investigatori, comunque, pensano di aver ricostruito con una certa precisione i movimenti della famiglia sul pianoro del Colle San Marco: testimoni avrebbero visto Parolisi con la moglie. Non ci sarebbero, quindi, 'buchi' particolarmente significativi tra la scomparsa e l’allarme dato dal marito, "al massimo 25 minuti". I carabinieri continuanio ad indagare sul contesto familiare e sulle frequentazioni più strette della coppia.  

I SOSPETTI DEGLI INQUIRENTI

Non ci sono persone ancora iscritte nel registro degli indagati ma tre persone, secondo gli investigatori, avrebbero da dire qualcosa di più di quanto non hanno già dichiarato a magistrati e carabinieri. Per questo i tre 'attenzionati' sono stati risentiti più volte. Alcuni ufficiali dei carabinieri di Ascoli sono in queste ore in trasferta in Campania in cerca di riscontri che riguardano quanto riferito in particolare da Salvatore Parolisi dopo la scomparsa della moglie, il quadro familiare e dei rapporti interpersonali che ha fornito (correggendolo, a quanto pare, qualche volta di troppo e riferendo tardivamente di aspetti rilevanti del rapporto con la moglie).

L’attenzione degli investigatori si concentra anche su un amico di Parolisi che lavora come agente di custodia in carcere, che ha aiutato il caporalmaggiore dell’esercito a cercare la moglie il 18 aprile, nel primo pomeriggio, quando la donna e’ misteriosamente scomparsa. Nell’occasione i carabinieri avrebbero notato nell’uomo comportamenti che hanno destato qualche dubbio. E’ in direzione della frazione di Colle, dove l’agente vive, appena sotto il pianoro di Colle San Marco, che i cani molecolari ieri hanno intercettato qualche traccia di Melania tanto che sono stati effettuati prelievi che verranno analizzati dai Ris di Roma. La terza persona è un amico di famiglia, residente a Folignano, che recentemente avrebbe manifestato qualche attenzione di troppo nei confronti di Melania.

 

MELANIA ERA GIA' STATA A CIVITELLA

'Melania' era già stata al Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella (Teramo), dove è stato trovato il suo cadavere. Sarebbe stato il marito, Salvatore Parolisi, a rivelare questo particolare ad un amico, sentito dai carabinieri di Ascoli in quanto persona informata sui fatti.

E il tutto sarebbe avvenuto circa dieci giorni prima della sparizione della donna. Parolisi avrebbe raccontato che erano stati insieme a Ripe di Civitella e che, nonostante la presenza in auto della bambina, si erano appartati per scambiarsi effusioni. Un racconto che, però, il caporalmaggiore del 235/o Rav di Ascoli (dove si addestrano le soldatesse), avrebbe tenuto nascosto agli investigatori.

Si è saputo che il marito di Carmela ha consegnato spontaneamente ai carabinieri gli indumenti che indossava il 18 aprile: un paio di pantaloni corti ed una maglietta piuttosto leggera.

 

I SOPRALLUOGHI

Continueranno i sopralluoghi di carabinieri, Forestale e Guardia di finanza con i rispettivi cani da ricerche sia a Colle San Marco, sia al Bosco delle Casermette. In particolare, si cerca un luogo, fra questi due punti, dove la donna e l’assassino potrebbero aver sostato, prima di arrivare nella pineta dove è stata trovata morta. Sarà approfondita la testimonianza di una persona che ha raccontato di aver visto fra le 15.30 e le 16 del 18 aprile una donna “andare velocemente” lungo la strada che dal pianoro di San Marco, scende verso Ascoli. Proprio dove i cani molecolari ieri hanno fiutato qualche traccia, al bivio per la frazione Colle. In quella zona è stato prelevato un pezzo di terra, ora in corso di analisi.

E’ il sangue di Carmela Melania Rea una delle "cose ben precise" che gli inquirenti stanno cercando tra il Colle San Marco di Ascoli Piceno e il Bosco delle Casermette. Le tracce intorno al corpo sono troppo scarse, tanto che in un primo momento si era ipotizzato che il cadavere fosse stato portato li’ poco prima del ritrovamento. Sono poche, però, anche quelle trovate venerdì scorso dal cane della Guardia di finanza specializzato nella ricerca in superficie e nelle valanghe di persone scomparse, in un punto diverso, sempre vicino al chiosco della Pineta. Ed è minima, infine, la quantità di sangue rimasto nella salma.


Tutti questi elementi  fanno pensare agli inquirenti che l’aggressione alla donna  sia avvenuta in un punto diverso, probabilmente a metà strada tra Marche e Abruzzo, e che poi Melania sia stata trasportata a Ripe di Civitella (Teramo) agonizzante o già deceduta qualche ora dopo la scomparsa. Pertanto l’inchiesta non è ancora passata alla Procura di Teramo (che continua a lavorare insieme a quella di Ascoli Piceno), e per questo ieri il pm ascolano Umberto Monti ha effettuato un nuovo sopralluogo tra Colle San Marco e il Bosco delle Casermette, dove ancora oggi sono al lavoro cani da ricerca. Melania ha perso circa 2 litri di sangue, una quantità notevole le cui tracce si stanno cercando ovunque.
Un primo controllo informale sull’ auto del marito non avrebbe evidenziato tracce significative. Si cerca, dunque, in altri posti che potrebbero rappresentare la tappa intermedia nel percorso seguito da Melania e dal suo assassino dal pianoro di Colle San Marco alla pineta di Ripe di Civitella. Dove stamattina sono arrivati dalla Toscana anche alcuni addetti della Protezione civile, che si stanno calando con delle funi lungo pareti scoscese.


PISTA PASSIONALE

La traccia seguita è sempre quella del delitto passionale: Carmela era bella, tanto bella che sarebbe stato impossibile  non notarla. Ad una festa di cernevale in paese, le erano state fatte delle avances che sarebbero state notate anche dai parenti di lei. E quando una donna è tanto bella, non mancano neanche le invidie delle donne. E magari l’odio di una rivale in amore: lo stesso Salvatore Parolisi, marito di Carmela, ha dichiarato ai carabinieri di aver concluso un anno e mezzo fa una relazione extraconiugale. Ed il profiler dell’Arma, il maggiore Giorgio Manzi, non esclude che dietro l’omicidio di Carmela si nasconda una mano di donna.