Ascoli Piceno, 13 maggio 2011 - UN ANELLO e una voce: Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore marito di Melania Rea, uccisa a coltellate il 18 aprile, quattro mesi fa cercava una casa in città. Due stanze e una cucina gli sarebbero bastate, ma perché se a giugno doveva essere trasferito a Sabaudia avrebbe avuto bisogno di un pied à terre? E la moglie sapeva di questa idea? Una circostanza resa nota da un agente immobiliare ascolano che potrebbe non voler dire nulla, ma sulla quale si indagherà presto. Ieri gli inquirenti hanno fatto il punto della situazione. Il procuratore capo Michele Renzo, affiancato da Umberto Monti, Ettore Picardi e Carmine Pirozzoli, ha dichiarato che, pur non essendoci novità rilevanti, le indagini proseguono a tutto campo e non si esclude alcuna ipotesi, neppure, in ultima battuta, quella del «mostro». «Si tratta di un rompicapo», ha affermato il procuratore Renzo.

SUL REGISTRO degli indagati non appare ancora alcun nome e Parolisi resta persona informata dei fatti e parte offesa. Questa mattina verranno effettuati altri accertamenti sul cadavere della povera Melania e il marito, proprio perché parte lesa, potrebbe nominare un suo perito. Si deve ancora stabilire con assoluta certezza se Melania sia stata uccisa nel bosco di Ripe di Civitella, a che ora precisa e quando sono state inferte le coltellate post mortem. Solo dopo il corpo della povera ragazza potrà essere restituito alla famiglia.

MA, ANCHE se può non sembrare, per i magistrati si sono fatti dei progressi. Per i prossimi giorni si intende seguire diverse strade e si stanno predisponendo le audizioni di moltissimi possibili testimoni. Anche la caserma nella quale Parolisi svolge le funzioni di istruttore delle reclute, tutte donne, non sarà risparmiata da altri accertamenti a tutto campo. In Procura, intanto, continuano ad arrivare, giorno dopo giorno, le analisi dei tabulati telefonici effettuate dai Ros e gli accertamenti tecnici dei Ris. Ed è tornato in evidenza l’anello di fidanzamento di Carmela, una fedina con brillantino, che era stata ritrovata in prossimità del cadavere il 20 aprile, durante un secondo sopralluogo nel bosco di Ripe. L’oggetto era a una certa distanza dalla salma. Lanciato contro l’assassino con odio o scivolato dal dito nel corso della colluttazione?

TORNANDO a Parolisi, ci si interroga ancora sul suo comportamento del 18 aprile. Ad esempio, perché non ha avvisato lui i genitori di Melania e lo ha fatto fare all’amico Paciolla? E perché, mentre la cercava già sconvolto dopo la sparizione, nonostante avesse incrociato un’auto dei carabinieri non l’ha subito fermata e ha fatto poi chiamare il 113 dalla titolare del ristorante «Il cacciatore»? E perché non ha voluto andare di persona a riconoscere la moglie mandando, al suo posto, oltre al fratello di Melania, l’amico Raffaele Paciolla? Dalla procura fanno sapere che Parolisi, per il momento, non sarà riascoltato.