Ascoli Piceno, 31 maggio 2011 – La scorsa notte i giovani di CasaPound Ascoli Piceno erano impegnati in una delle loro azioni. Avevano appena lasciato vicino alla prefettura una bara di cartone nera, per evocare la drammatica situazione di crisi economica ed occupazionale in cui versa il territorio piceno. Accanto diversi volantini per rivendicare e spiegare l'iniziativa: “Qui giacciono il lavoro, i sindacati, le istituzioni’’.

Proprio mentre stazionavano davanti al Palazzo del Governo, sono stati notati dai vigilantes, che hanno subito chiamato la questura. Il personale dell'ufficio di prevenzione generale e soccorso è intervenuto, identificando nove militanti dell'associazione di promozione sociale. Sulla vicenda ora indaga la Digos di Ascoli Piceno.

Bare, crisantemi e lumini erano stati lasciati anche in piazza Arringo vicino al Comune e sulla scalinata Giacomo Leopardi adiacente alla sede cittadina della Cisl.

“Il lavoro è morto - spiega Giorgio Ferretti, responsabile provinciale dell’associazione - e non ci resta che celebrare il suo funerale. Dopo l’ennesimo colpo all’occupazione, inflitto dalla Manuli Rubber spa che ha deciso di chiudere altri 2 reparti entro il 2011, tagliando 52 posti di lavoro, non ci resta che constatare la tragica scomparsa di quest’ultimo dal territorio Piceno”.

CasaPound ha scelto “i luoghi simbolo del disagio”. Secondo Ferretti, “la una bara posizionata sotto la sede della Cisl rappresenta la morte dei sindacati confederali. Con l’accordo-farsa tra Cgil-Cisl-Uil e la Manuli si è palesato ciò che buona parte degli operai aveva capito da tempo, ovvero che i sindacati sono diventati organi di partito, impegnati solo nella tutela dell’interesse politico-personalistico”. Le altre bare sono state sistemate nei pressi delle sedi dei poteri istituzionali “a simboleggiare l’assenza cronica dello Stato di fronte ai problemi lavorativi”.